Pannarano piange per la morte di Daniele
Le mani forti e giovani di Daniele De Biase hanno stretto come una morsa la scala in alluminio. Si è offerta lui di spostarla perché era andato a San Martino per dare una mano al cugino. Poi, tutto si è svolto in un secondo, la scala ha urtato i fili dell’alta tensione ed è arrivata una scarica elettrica fortissima. Il 29enne di Pannarano è stato investito in pieno, il cugino ed un altro compagno di lavoro Giovanni D’Alessio e Raffaele Pagnozzi, sono stati, invece, solo sfiorati. Il ragazzo è stato caricato in auto per cercare di salvargli la vita, in una corsa estrema verso l’ospedale Rummo di Benevento.
A metà strada è arrivata anche un’ambulanza con la rianimazione a bordo che lo ha caricato su, ma, purtroppo, il cuore generoso di quel 29enne ha smesso di battere, mentre gli altri due feriti, grazie a Dio, sono fuori pericolo.
Daniele è il secondo di tre fratelli e da pochissimo aveva perso la mamma per una terribile malattia. Sul posto della tragedia, in località Fellitto, si è portato il sindaco di Pannarano Fabio D’Alessio, il quale era visibilmente provato. Un intero paese è rimasto scioccato dalla notizia. Oggi è sabato e, forse, Daniele, finalmente, dopo tanto dolore, avrebbe trovato la forza di uscire con gli amici. Per farlo si era alzato di buona ora, perché chi raccoglie le ciliegie deve evitare il sole caldo, in quanto il frutto si può deteriorare. Si era alzato quando arrivavano le prime luci del mattino, un mattino che gli stava portando tanta speranza in cuore. Aveva lavorato con gioia e come sempre si era distinto per la sua estrema generosità. Forse stava cantando mentre spostava quella maledetta scala, una canzone allegra, magari, da innamorato. Una canzone che nessuno sentirà mai più. Daniele è vittima di una tragedia sul lavoro, una dei troppi morti che si continuano a contare. Daniele è morto per dare una mano al cugino e per guadagnare qualche euro che gli avrebbe consentito, forse, di offrire una pizza alla sua ragazza, questa sera. Daniele è morto, come non dovrebbe morire mai nessuno. Gli sia lieve la terra.
Peppino Vaccariello