Pasqua blindata, ristoranti chiusi di sera anche in zona gialla
Pasqua blindata, ristoranti chiusi di sera anche in zona gialla. Il nuovo Decreto del presidente del consiglio, il primo dell’era Draghi che riguarda l’emergenza pandemica, scatterà venerdì 6 marzo.
Potrebbe essere valido per un mese. Secondo una bozza del testo i divieti e le restrizioni resteranno in vigore anche per Pasqua e Pasquetta.
Pasqua blindata
Si annuncia, quindi, una seconda Pasqua blindata a causa del coronavirus, dopo quella dello scorso anno. Attenzione, però, perché vengono anche previste riaperture, seppure non da subito.
Dal 27 marzo riapriranno, nel rispetto di specifici protocolli , cinema e teatri mentre sarà possibile andare al museo anche nei week end.
Niente cene al ristorante. Nonostante l’asse Salvini-Bonaccini al ristorante e bar in zona gialla si potrà andare solo di giorno. Si temono gli assembramenti fuori dai locali, che puntualmente avvengono anche a locali chiusi nel fine settimana
Dunque le regole per i ristoranti restano quelle in vigore: in zona gialla aperti fino alle 18 e fino alle 22 consentito l’asporto.
A domicilio è consentito ad ogni ora. Asporto e domicilio sono consentiti nelle zone arancio e rosse. Eccezione fanno gli autogrill, oltre le 18 in zona gialla, le mense e i ristoranti negli alberghi.
Nelle zone rosse tutte le scuole, stando alle indicazioni del Cts,- dovrebbero essere chiuse. Gli esperti hanno anche valutato che gli studenti dovranno essere in Dad nel caso l’incidenza sia superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti.
Lezioni in presenza
In tutte le altre situazioni, la scuola resta in presenza come già stabilito dai provvedimenti in vigore. La scuola continua in presenza per gli alunni dell’infanzia, delle elementari e delle medie mentre per quelli delle superiori è pervista la didattica è in presenza almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%.
Nel testo della bozza del Dpcm si introduce un ulteriore misura: “al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”. In alcuni casi i governatori hanno già applicato misure più restrittive come ad esempio in Puglia, Campania e Marche.