Pedofilia, maestro di 30 anni accusato di violenza sessuale

Redazione
Pedofilia, maestro di 30 anni accusato di violenza sessuale
Pedofilia, maestro di 30 anni accusato di violenza sessuale

Pedofilia, maestro di 30 anni accusato di violenza sessuale. La Gup del tribunale di Ancona Francesca De Palma ha rinviato a giudizio un maestro accusato di pedofilia. Si tratta di un 30enne jesino che dovrà rispondere di per violenza sessuale aggravata su minore.

Indagine Squadra Mobile di Ancona

Il caso era emerso a settembre del 2020. Una indagine della Squadra mobile di Ancona aveva fatto emergere i fatti contestati. A far partire i rilievi una denuncia fatta, circa un anno prima, dai genitori di una bambina di sei anni, sua alunna.

L’imputato avrebbe tenuto atteggiamenti molesti nei confronti della minore e di altri bambini emersi poi dalle pagine di alcuni diari trovati in casa.

A denunciarlo però erano stati solo i familiari della bambina, ad ottobre 2019, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Giorgio Canali, dopo che la piccola aveva riferito del comportamento del maestro.

L’insegnante, si trattava di un supplente di inglese e musica , dovrà ora affrontare un processo la cui prima udienza è stata fissata per il 14 ottobre del 2021.

Le mosse della difesa

La difesa, rappresentata dall’avvocato Stefano Migliorelli, ha preferito andare a dibattimento senza avanzare richiesta di rito alternativo (poteva chiedere l’abbreviato, ma non il patteggiamento che per questa posizione non è ammesso) e dimostrare così l’innocenza del suo assistito.

Pedofilia, maestro di 30 anni accusato di violenza sessuale

Secondo la documentazione e le indagini, il maestro supplente avrebbe mostrato un’ affettuosità estrema non adeguata nei confronti dei bambini. Se questo si sia tramutato anche in un reato sarà dimostrato o meno al processo.

Emerge chiaramente un fatto che deve essere sottolineato al di là dei reati contestati. La prima udienza di questo processo si terrà il 14 ottobre 2021. Questo vuol dire che sono trascorsi due anni dalla denuncia presentata.

Troppo tempo sia per l’imputato che per i familiari della bambina. Una vicenda che diventa un classico esempio della lentezza della giustizia in Italia.