Pescati due furbetti del reddito di cittadinanza in provincia di Avellino
Pescati due furbetti del reddito di cittadinanza in provincia di Avellino. Induzione in errore del pubblico ufficiale” e “Truffa”: sono questi i reati di cui dovranno rispondere una 50enne di Avellino ed un 65enne di Atripalda. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Avellino hanno denunciato i due in stato di libertà.
Esami incrociati
Attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo con quelli forniti dal comune di residenza, sono emerse inesattezze nella dichiarazione prodotta dai due soggetti circa il possesso dei requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza. Così, i due hanno percepito, senza averne diritto, complessivamente circa 9.500 euro lui e 1.800 euro lei.
Gli esiti delle attività sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Avellino e all’INPS per l’interruzione dell’elargizione del sussidio e il recupero delle somme indebitamente percepite.
Intanto, una montagna di rifiuti speciali pericolosi, con diversi cumuli alti più di 8 metri, e con oltre 18mila metri cubi di immondizia è stata scoperta e sequestrata a Caivano dalla Polizia Metropolitana di Napoli e dall’Esercito Italiano.
Dentro, oli, percolato, batterie esauste, pneumatici, bombole di gas, motori e tanti altri inquinanti. Denunciato il titolare dell’area. L’operazione, effettuata nell’ambito della Cabina di Regia per il contrasto alla “Terra dei Fuochi”, è scattata questa mattina.
Scoperti circa 18mila metri cubi di rifiuti misti di vario genere, pericolosi, accatastati in vere e proprie montagne alte fino a 8 metri in violazione di ogni norma ambientale, depositati su un’area di circa 10mila metri quadrati, senza alcuna pavimentazione.
Denunciato il titolare dell’azienda e sequestrata tutta l’area. Elevati anche verbali di contestazione di violazioni amministrative.
La scoperta nella lotta alla Terra dei Fuochi
Una vera e propria montagna di rifiuti speciali pericolosi è stata scoperta e sequestrata dalla Polizia Metropolitana a Caivano, nell’ambito di una maxi operazione – denominata ‘action day’ – effettuata nell’ambito della Cabina di Regia per il contrasto alla “Terra dei Fuochi” con il supporto dei militari dell’Esercito.
Le divise di piazza Matteotti, coordinate dal Comandante Lucia Rea, e i militari hanno ispezionato un’azienda sul territorio del comune a nord di Napoli che presentava un’autorizzazione per la messa in riserva ai fini del recupero di rifiuti non pericolosi ferro e acciaio.
Lo scenario che si è parato davanti agli agenti della Polizia Metropolitana è, invece, ben diverso da quello consentito dall’autorizzazione. Circa 18mila metri cubi di rifiuti misti di vario genere, pericolosi, accatastati in vere e proprie montagne alte fino a 8 metri in violazione di ogni norma ambientale.
Rifiuti speciali pericolosi depositati su un’area di circa 10mila metri quadrati, senza alcuna pavimentazione; con oli, percolato ed altre sostanze inquinanti che penetrano nel terreno nudo fino alle falde; batterie esauste, pneumatici fuori uso, bombole di gas non bonificate, motori e altro materiale inquinante.
Sequestrata area di 10mila metri quadrati
Il titolare della ditta è denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e inquinamento. Sequestrata tutta l’area con i rifiuti. Elevati anche verbali di contestazione di violazioni amministrative. Sono in corso accertamenti edilizi ed urbanistici.
Mentre erano in corso i controlli, un camion che trasportava rifiuti destinati all’impianto, alla vista degli agenti della Polizia Metropolitana, ha invertito il proprio senso di marcia tentando la fuga.
Inseguito e raggiunto dagli agenti, è accertato che trasportava illecitamente rifiuti che non potevano essere conferiti nella struttura. Quello scoperto oggi è un obiettivo individuato dalla polizia metropolitana a seguito di una dettagliata analisi territoriale.
“La gestione illecita dei rifiuti speciali è uno dei crimini ambientali che più di tutti mette a repentaglio il futuro delle nuove generazioni; causando un impatto sul territorio devastante, anche per le conseguenze che determina nel tempo”, ha affermato il Consigliere Delegato alla Polizia Metropolitana, Salvatore Pace.
“Il modus operandi delle donne e degli uomini della Polizia Metropolitana nel contrasto ai reati ambientali è ormai consolidato nel tempo”; ha sottolineato il Comandante Lucia Rea.
“Un’operazione scatta dopo giorni e a volte anche settimane di indagini, analisi territoriali, verifiche delle banche dati; per acquisire i dettagli in modo scientifico ed accurato sui soggetti e sulle aziende da controllare che violano la normativa ambientale” ha concluso.