Processo per usura, il testimone scagiona Pagnozzi
Un vero e proprio colpo di scena nel processo per usura ed estorsione a carico di Gennaro e Paolo Pagnozzi. Secondo quanto racconta l’edizione di Avellino del Mattino, infatti, durante l’udienza di ieri il principale teste, Renato Panella, ha ritrattato le accuse. Il quotidiano riporta le dichiarazioni in aula dell’uomo: “Non è vero che mi hanno applicato tassi di interesse, anzi non mi hanno applicato alcun interesse. Dovevo solo restituire i 20 mila euro che mi avevano prestato”.
Il Mattino ricorda che il processo è stato istituito proprio in base alla denuncia presentata dallo stesso Panella e dalla moglie. “Da quando presentammo quella denuncia – riporta il Mattino di Avellino le parole di Panella – la nostra vita è cambiata. Dalle istituzioni non abbiamo ricevuto molta protezione e siamo stati abbandonati da tutti”.
Dopo le dichiarazioni è iniziata – sempre secondo il Mattino – un “lungo tira e molla tra la difesa degli imputati (Vannetiello per Gennaro Pagnozzi e Lanzotti per Paolo) e il pubblico ministero della Dda Soviero per ottenere la ricostruzione ufficiale degli eventi: Panella chiese 20 mila euro a Gennaro Pagnozzi perché le cose non andavano bene. L’uomo – scrive il Mattino – iniziò a pagare con rate mensile da 500 euro più 2 mila una tantum a Natale. Dopo un anno e mezzo smise di essere puntuale. Si arriva cosi – spiega il giornale di Avellino – al 30 dicembre 2010 quando secondo Panella, Pagnozzi arrabbiato per il mancato pagamento scagliò a terra una zuccheriera del bar”. Panella spiega che decise di denunciare l’uomo “per togliercelo un po’ di torno non pensavamo sarebbe successo tutto questo”. L’avvocato Vannetiello – riporta il giornale – ha chiesto di dichiarare “nulla la testimonianza di Panella”.