Pronto soccorso San Pio di Benevento: paziente dimessa nonostante le gravi patologie

Ospitiamo una lettera, dura nei toni, ma vera e sentita

Redazione
Pronto soccorso San Pio di Benevento: paziente dimessa nonostante le gravi patologie

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera firmata da una signora di Cervinara che ha avuto, suo malgrado, la necessità di recarsi al pronto soccorso dell’ospedale civile di Benevento San Pio, ex Rummo.

“Caro Direttore,

Sono una signora di 69 anni. Cinque anni fa sono stata operata tumore all’ano, è andato tutto bene. In seguito, mi sono sottoposta ad un’angioplastica alla femorale destra. In seguito alla quale sono rimasta disabile.

Ad oggi io sono costretta ad assumere per questa patologia degli anti coagulanti e degli anti aggreganti. Tutto ciò mi porta ad avere perdite ematiche abbondanti.

In seguito a queste perdite mi sono recata all’ospedale San Pio di Benevento in pronto soccorso per ben due volte rimanendovi la prima volta per 12 ore, e la seconda per 10 ore. Sono stata rimandata a casa, nonostante le mie insistenze per un ricovero viste le mie patologie.

Queste persone hanno, forse, dimenticato di aver fatto il giuramento di Ippocrate e quindi si seguire un paziente fino alla fine, anzi non l’hanno dimenticato solo strappato e cestinato per non dire di peggio (buttato nel c***o). Vorrei che capissero le sofferenze di noi malati e non facessero la professione solo per lo stipendio.

Saluti.

Lettera firmata”

Note della RedazioneLa lettera esprime un profondo senso di frustrazione e dolore da parte di una signora che ha affrontato gravi problemi di salute e che si sente trascurata dal sistema sanitario.

La sua testimonianza mette in luce diverse problematiche: la difficoltà di accesso alle cure, la percezione di un’assistenza sanitaria che non tiene conto delle reali necessità dei pazienti e la mancanza di empatia da parte del personale medico.

È importante riconoscere il coraggio della signora nel condividere la sua esperienza, che può risuonare con molti altri che si trovano in situazioni simili.

La sua richiesta di maggiore attenzione e umanità nel trattamento dei pazienti è un appello che merita di essere ascoltato. Inoltre, la lettera solleva questioni cruciali riguardo al giuramento di Ippocrate e all’etica professionale, evidenziando la necessità di un approccio più umano e compassionevole nella medicina.

La signora chiede non solo un miglioramento delle condizioni di cura, ma anche una riflessione profonda su cosa significa essere un professionista della salute.

In conclusione, la lettera è un importante richiamo alla responsabilità del sistema sanitario e alla necessità di garantire che ogni paziente venga trattato con dignità e rispetto, indipendentemente dalle proprie condizioni di salute.

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