Quel cono d’ombra che unisce Pasqualino ‘collier alla Valle Caudina

27 Maggio 2015

Quel cono d’ombra che unisce Pasqualino ‘collier alla Valle Caudina

Cervinara. L’arresto del “fantasma”, di Pasquale Scotti detto Pasqualino ò collier, potrebbe riaprire dopo decenni i cassetti dei segreti della Nuova Camorra Organizzata.  E potrebbe far luce anche sull’omicidio dell’avvocato Enrico Madonna, avvenuto nella sua Cervinara in via Carlo Del Balzlo, il 7 ottobre del 1993. Di quell’omicidio dopo 22 anni non si sa, praticamente, nulla. I killer arrivarono con le tenebre, scomparirono nel buio e sono ancora lì.
Per quanto riguarda i mandanti, si sono fatte solo ipotesi, ma non c’è nulla di concreto. Di certo solo il fatto che Enrico Madonna era il “consigliori” del Professore, mentre il suo braccio destro era proprio Scotti, acciuffato in Brasile, una vera e proprio Primula Rossa. Furono proprio loro due a trattare con lo Stato e con le Brigate Rosse per la liberazione di Ciro Cirillo. Quello che lo Stato non aveva fatto per Aldo Moro, lo mise in atto per Cirillo, che era l’assessore regionale all’urbanistica. Per farlo liberare, si chiese e si ottenne l’intervento di don Raffaele che all’epoca era il re delle carceri. La trattativa fu condotta dai due; probabilmente Pasqualino ò collier riuscì a strappare un salvacondotto che l’avvocato Madonna non ebbe. Secondo Carlo Alemi, che ora è in pensione, ma da magistrato ha indagato sulla trattativa per il sequestro Cirillo, Scotti sa tutto. E bisogna tener conto che non è affatto abituato alla galera, quindi, non è escluso che ci possa essere una trattativa. Uno dei misteri più grandi della nostra storia potrebbe cominciare ad essere svelato. Nelle sue pieghe, ci potrebbe essere anche la verità sull’omicidio di Enrico Madonna. Le indagini non hanno portato a niente, forse perché sono state condotte in una direzione sbagliata. All’epoca si pensò che il consigliori fu ucciso perché stava tentando di ricostruire un nucleo della Nco. Ma, qualche giorno prima di essere trucidato, Madonna si recò nella redazione de Il Mattino, dove concesse una intervista esplosiva. Cominciò a parlare di alcuni riferimenti politici sui quali Raffaele Cutolo aveva potuto contare. Sembravano parole dal “sen fuggite”, di uno che era appena uscito dal carcere. Ma passarono solo pochi giorni e ci fu l’agguato mortale. Tutto fu studiato con una lucidità militare. Una vera e propria esecuzione che poco aveva da spartire con la macelleria messicana che metteva in pratica la camorra degli inizi degli anni Novanta. Ad agire, infatti, furono killer gelidi che non esitarono ad uccidere anche un innocente, Carmine Brevetti il quale, in quella maledetta sera, aveva avuto solo la colpa di fermarsi a parlare con Madonna. Anzi, sarebbe più giusto dire che l’avvocato, quando camminava per strada cercava sempre di accompagnarsi a qualcuno forse sperando che questo frenasse chi lo avesse voluto freddare. Ma non fu così. Ora si attende che Scotti possa dire qualcosa perché, oltre a chi ha ucciso Madonna, solo lui potrebbe fare luce quell’episodio. Forse ne sa qualcosa anche don Raffaele, ma il professore è murato in carcere da oltre 30 anni ed ha deciso di portarsi i suoi misteri nella tomba. Si tratta, però, di vicende davvero importanti che sono passate anche per Cervinara e la Valle Caudina.

Peppino Vaccariello

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