Quota 14, la speranza di rinascita della Valle Caudina che guarda al Trentino
Quota 14, la speranza di rinascita della Valle Caudina che guarda al Trentino. E invece si: in Valle Caudina c’è futuro. A dispetto di nascite al contagocce e dello spopolamento delle aree interne, forse proprio dalla nostra Valle può arrivare un messaggio in controtendenza o quantomeno un appiglio cui aggrapparsi nel diluvio di dati demografici sempre più negativi per la Campania.
Qual è la notizia?
In Valle Caudina, nonostante il calo verticale delle nascite, i bambini ci sono ancora. Sono pochi ma stiamo messi meglio della media nazionale e dunque abbiamo più ossigeno per il nostro futuro di quanto si crede a prima vista.
Le cifre.
Gli addetti ai lavori parlano di “quota 14”. In Valle Caudina è la percentuale di ragazzi e bambini sotto i 15 anni sul totale della popolazione quindi siamo oltre la media italiana del 12,7%. Inoltre “quota 14” per i giovanissimi è lo stesso livello registrato in Provincia di Trento, il territorio che detiene lo scudetto della migliore demografia italiana.
Spulciando i dati Istat emerge che a “quota 14” sono insediati sia Montesarchio che Airola, che rappresentano un terzo dei 60.000 abitanti della Valle. Cervinara è indietro, a quota 12, ma questo dato è compensato dalle ottime performance di centri come Arpaia (14,7) e Paolisi (15,5, quasi un record nazionale). Record negativo invece per Roccabascerana con un preoccupante 11,6.
Fatto sta che sul fronte dei giovanissimi la Valle Caudina non solo è fra le aree messe meglio nelle province di Benevento e Avellino, entrambe sotto quota 12 (quindi sotto la media nazionale) ma si stacca anche da buona parte del Mezzogiorno in piena desertificazione con la Sardegna, ad esempio, che ha solo il 10,5% dei propri abitanti con meno di 15 anni.
E non è finita qui. Anche l’età media regala qualche sobria soddisfazione ai caudini. Montesarchio è a 43,4 anni; Airola a 44; Cervinara a 45,4 mentre l’Oscar va a Arpaia con 42,4. Tutte cifre inferiori alla media della provincia di Benevento (46,4), dell’Italia (46,2) e persino della mitica Trento (45,5).
Pericolo di estinzione scampato allora?
Neanche per idea. Il crollo delle nascite in Valle Caudina c’è ed è fortissimo e pericolosissimo. Montesarchio è passata dai 150 nati annui di inizio secolo agli 82 del 2022. Quasi la metà. E poi basta vedere le migliaia di case vuote dei nostri centri per capire che stiamo sull’orlo del precipizio demografico.
La chiave di lettura.
Tuttavia, quello che le cifre raccontano è chiarissimo: in Valle Caudina dovremmo abbandonare la retorica dello spopolamento perché spinge alla rassegnazione. Invece, abbiamo ancora le energie per dare un futuro ai nostri figli. Ma dobbiamo agire.
Magari cercando di capire come fa il Trentino a fare tanti bambini più di noi: 7,7 ogni mille abitanti nel 2022 contro i 6,3 della media del Sannio. In Trentino premiano con migliori punteggi negli appalti le aziende che dimostrano, con apposite certificazioni, di aiutare le giovani dipendenti che vogliono avere bambini.
In Trentino hanno diviso il territorio in 16 distretti ognuno dei quali ha un coordinatore che programma le azioni dei singoli Comuni a favore delle famiglie: parchi gioco; affitti agevolati; sport e programmi estivi per i bambini organizzati non per Comune ma per Valle. In Trentino hanno un programma spefifico per trattenere i giovani nel loro territorio e attrarne altri da altre parti d’Italia. Non è questione di soldi – che pure aiutano – ma è questione di idee e di metodo di lavoro.
Fare più comunità
E’ questa la lezione del Trentino che andrebbe “copiata” e assorbita non solo dai 13 sindaci della Valle Caudina ma soprattutto dalle imprese grandi e piccole e dalle associazioni culturali e da quelle sportive. Fare più comunità e innalzare la qualità della vita e l’attrattività della Valle Caudina è strategico per non perdere la battaglia di “quota 14”, quella del futuro dei nostri figli e della nostra terra.