Rapina e percuote la vittima con mazza da baseball, scarcerato 30enne di Moiano
Rapina e percuote la vittima con mazza da baseball, scarcerato 30enne di Moiano. Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli, accogliendo la richiesta dell’Avvocato Vittorio Fucci, ha scarcerato, revocando gli arresti domiciliari, Salvatore Barbetta, di 30 anni, di Moiano.
Rapina aggravata
Il 30enne era imputato di rapina aggravata, lesioni gravi e detenzione illegale di arma. Barbetta era stato tratto in arresto nel gennaio del 2019, ottenendo, successivamente, gli arresti domiciliari.
Come si ricorderà i fatti risalgono al 2009, allorquando il Barbetta, in concorso con altre tre persone, avrebbe perpetrato, al centro di Moiano, alle 23:00 circa del 29 maggio 2009, la rapina di catenine d’oro e un telefono cellulare ai danni di un altro giovane percuotendolo alla testa con una lunga mazza da baseball e provocandogli un grave trauma cranico.
Il giovane rapinato riusciva a divincolarsi ma veniva raggiunto dagli aggressori fin sotto casa dove continuavano a percuoterlo. Oggi arriva la decisione del tribunale di sorveglianza.
Muore Giuseppina,il crollo diventa strage
Una tragedia già tremenda si è trasformata in una strage. Nella notte Giuseppina Sammaciccio, 74 anni, ha raggiunto il suo Mario.
Estratta dalle macerie
Non ce l’ha fatta la donna estratta ieri poco dopo le 13 dalle macerie della sua abitazione di via Napoli a Cancello Scalo dopo il crollo dovuto ad una fuga di gas. Le condizioni della signora Pina sono precipitate ieri proprio mentre i soccorritori estraevano da quel cumulo di macerie e dolore il cadavere del consorte, Mario Sgambato, anche lui 74enne ed ancora in camera da letto.
In quei minuti Giuseppina Sammaciccio veniva trasferita dall’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta al Cardarelli di Napoli per le ustioni riportate al petto. Proprio nel nosocomio partenopeo le sue condizioni sono precipitate fino al decesso avvenuto nella notte.
La notizia sta raggiungendo in questi minuti l’attonita comunità di Cancello Scalo, piegata dal dolore e dal clamore di una tragedia che ha proiettato la frazione nei tg nazionali. Ora sulla salma di Giuseppina, così come già avvenuto per il marito Mario, dovrebbe essere disposto l’esame autoptico.
La Procura della Repubblica di Santa Maria Capuavetere ha aperto un’inchiesta sul crollo della palazzina. Le indagini dovranno fare piena luce su un avvenimento che poteva causare ancora altri morti, una vera e propria strage.
Oltre ai coniugi Sgambato, nella palazzina vivevano altre sei famiglie. Solo un caso ha permesso loro di salvare la vita, di non morire tra le macerie, come è avvenuto a Mario e poi alla moglie Giuseppina.
L’abnegazione dei soccorritori
I soccorritori, in special modo i vigili del fuoco, hanno fatto di tutto per estrarre vive le due persone sotto le macerie. Quando hanno tirato fuori la signora Giuseppina si era accesa la speranza. Purtroppo, però, le sue condizioni erano sembrate subito gravi ed, infatti, ha perso la vita anche lei.