Restrizioni per i non vaccinati, ma solo dalla zona arancione

Redazione
Restrizioni per i non vaccinati, ma solo dalla zona arancione
Nuove regole per la dad e green pass illimitato, le decisioni del governo

Restrizioni per i non vaccinati, ma solo dalla zona arancione. Se alcuni ‘governatori’ delle Regioni vorrebbero introdurre in Italia un sistema simile a quello dell’Austria, che prevede il lockdown per i non vaccinati, Mario Draghi al momento non vorrebbe adottare una misura così restrittiva con la situazione epidemiologica attualmente in corso.

Evitare di stressare il paese

Questo perché, come scrivono Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, «se il governo imponesse una stretta, con le terapie intensive fortunatamente ancora in sicurezza, Giorgia Meloni e Matteo Salvini avrebbero facile gioco nell’accusare il premier di aver stressato inutilmente il Paese con i vaccini e il green pass».

Covid, restrizioni ai no vax solo dalla zona arancione

Qualcosa cambierà se il quadro epidemiologico dovesse peggiorare e se i singoli territori dovessero cambiare il colore indicatore del rischio. A

nche per questo motivo, come confermato dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, le restrizioni potrebbero essere imposte ai non vaccinati solo a partire dalla zona arancione.

«Personalmente condivido la proposta dei presidenti di Regione. La maggioranza degli italiani che responsabilmente si è vaccinata non può subire all’infinito restrizioni a causa di una minoranza che non lo ha fatto», ha spiegato Costa a RaiNews24.

Per questo motivo, il governo starebbe pensando a imporre restrizioni ai non vaccinati solo a partire dalla zona arancione. Un’altra idea è quella di seguire il modello tedesco sul green pass, con l’ingresso consentito in alcuni luoghi (come alberghi e ristoranti) solo ai vaccinati e ai guariti, escludendo così chi presenta un tampone negativo.

Nove mesi di durata

Molto più concreta l’ipotesi di un cambio della durata del green pass per i vaccinati, che potrebbe essere ridotta da dodici a nove mesi (se non addirittura a sei). Altrettanto realistica l’idea di concedere il green pass solo a chi si sottopone ad un tampone molecolare della durata di 72 ore, escludendo così la possibilità di ottenere la certificazione verde attraverso l’antigenico rapido.

Questo, però, potrebbe creare problemi con le farmacie e una mediazione possibile è quella di mantenere il tampone rapido, dimezzandone però la durata (da 48 a 24 ore).