Ricciardi presenta la legge sulle aree interne
La legge prevede un investimento strutturale di sei miliardi di euro

Ricciardi presenta la legge sulle aree interne. “Per le aree interne non servono piagnistei né slogan: occorrono risorse, visione e misure concrete. La proposta di legge presentata dal Partito Democratico, con un investimento strutturale da 6 miliardi di euro, va finalmente in questa direzione.
È il segnale forte che vogliamo dare alle nostre comunità”. Così Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd, intervenendo a sostegno della proposta di legge annunciata oggi dalla segretaria Elly Schlein e dal responsabile Sud e aree interne Marco Sarracino.
“La verità è che i piccoli comuni, continua il dem, sono l’architrave della Repubblica: rappresentano il 70% dei comuni italiani e ospitano circa il 50% della popolazione. Sono storicamente centri di eccellenza, di sapere diffuso e di coesione sociale.
Ma oggi vivono una condizione di marginalità crescente, aggravata dall’assenza di una strategia nazionale e dal disinteresse del governo Meloni, che non ha saputo dare né risposte né prospettive.”
“La nostra proposta mette al centro il diritto a restare, ma anche quello a ritornare. Dopo la pandemia, lo smart working ha aperto scenari nuovi, anche per chi lavora per realtà internazionali. Ma mancano ancora infrastrutture, servizi digitali adeguati e un quadro normativo che lo favorisca nei territori interni. Invece di sostenere questo potenziale, il governo ha smantellato persino la misura per gli ‘impatriati’, penalizzando chi vuole riportare in Italia competenze ed energie.
La proposta del PD prevede incentivi per le imprese che investono nei territori interni, agevolazioni per la casa, sostegno a sanità e scuola di qualità, e un piano straordinario di infrastrutture e mobilità.
Tutto questo, sottolinea Ricciardi, può essere finanziato rinunciando a un’opera inutile come il Ponte sullo Stretto, che sottrae risorse al futuro del Paese. Serve un cambio di rotta: dalle grandi opere inutili alla ricostruzione del tessuto vivo dell’Italia”.
“Per noi le aree interne non sono periferie da assistere o smantellare come pensa di fare il governo, ma motori da riattivare. Il rilancio di questi territori è una sfida nazionale che riguarda l’equità, la sostenibilità e la coesione sociale.”, conclude.