Ricoverato per un forte mal di testa, muore bimbo di dieci anni
Ricoverato per un forte mal di testa, muore bimbo di dieci anni. Disposta l’autopsia, che ha impedito la donazione degli organi, prima delle esequie già fissate per lunedì pomeriggio.
Un bambino di 10 anni, residente a Leinì, in provincia di Torino, è morto ieri all’ospedale Regina Margherita dove era stato ricoverato per un forte mal di testa. Si chiamava Francesco Pellegrino.
Il piccolo era già stato ricoverato altre volte nell’ultimo periodo. La Procura della Repubblica di Torino, però, ha disposto l’autopsia sul corpo del bambino per chiarire le cause della morte.
L’esame sarà eseguito prima di lunedì pomeriggio, data in cui sono fissate le esequie del piccolo Francesco nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo. La decisione dell’autorità giudiziaria ha impedito l’espianto degli organi per cui la famiglia aveva già dato il benestare.
Francesco aveva cominciato ad avvertire i primi forti mal di testa il 9 maggio, poi era successo di nuovo il 16 maggio. Il bambino è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Regina Margherita di Torino dove è morto ieri.
Migranti: Ventimiglia, flash mob per suicida dopo aggressione
Si è spento all’età di 22 anni Moussa Balde, massacrato da tre individui a sprangate, dimenticato dalle istituzioni. Ne danno il triste annuncio tutte le persone che riescono ancora a indignarsi e che non sono disposte ad accettare la violenza e l’ingiustizia subite da Moussa”.
Questo il testo di un annuncio funebre, che verso le 18 è stato affisso alla parete del supermercato Carrefour a Ventimiglia, dove il 9 maggio scorso è stato preso a sprangate per il tentato furto di un telefonino il richiedente asilo di 22 anni, Moussa Balde, suicidatosi domenica scorsa nel Cpr di Torino.
Un flash mob a cui hanno preso parte una cinquantina di persone che, come scritto su uno slogan affisso alla stessa parete: chiedono “verità e giustizia”. Diverse anche le poesie e i messaggi di cordoglio affissi al muro.
Le parole dell’avvocato
A parlare per conto del gruppo di manifestanti è l’avvocato Ersilia Ferrante, incaricato dall’associazione Scuola di Pace di seguire la vicenda: “Abbiamo scelto questo luogo, perché qui c’è stata l’aggressione ed ha avuto inizio questa brutta storia, che si divide in due parti.
La prima a Ventimiglia con l’aggressione, la seconda al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Torino, dove Moussa si è suicidato nelle prime ore di domenica scorsa”. “Dal punto di vista giuridico, trovare un nesso di causalità è quasi impossibile, ma è conseguenza di quanto accaduto qui”, dice Ferrante.
Balde era già stato espulso nel gennaio scorso e in seguito all’aggressione è stato portato al Cpr. “E’ una storia assurda – prosegue -. Girano filmati del 2019 di Moussa, che sembra essere un extracomunitario modello, che ha imparato l’italiano e preso il diploma di terza media.
Poi è successo qualcosa”, “ha deciso di uscire dal sistema di protezione” e “alla fine è diventato un clochard”. “Si dice che l’aggressione non sia stata per motivi razziali, ma per le modalità con cui è stata commessa, lascia perplessità. Mi auguro come cittadina italiana e come legale, che questa storia sia approfondita”.