Rifiuti da Napoli nel Sannio: la protesta della Lega
I rifiuti di Napoli arrivano nel Sannio. Il presidente della Provincia ha firmato l’ordinanza che autorizza lo sversamento a Casalduni, in attesa che l’impianto del termovalorizzatore di Acerra riparta dopo la manutenzione a cui deve essere sottoposto.
Sopralluogo
Nei giorni scorsi, si è svolto un sopralluogo presso il sito di stoccaggio “Fungaia” del comune di Casalduni, adiacente allo Stir, dove dovrà essere depositata la frazione secca tritovagliata proveniente dagli Stir regionali, da cui è emersa la non idoneità del sito. Infatti, i rappresentanti della Lega di Benevento intervengono ancora una volta sulla problematica che ritengono sia una grave minaccia per la salute di tutti i cittadini sanniti. Il consigliere provinciale della Lega, Lucio Mucciacciaro, nonchè sindaco di Fragneto L’Abate, precisa a tal proposito che “A tale sopralluogo hanno partecipato rappresentanti della Provincia di Benevento, della SAMTE, del comando dei Vigili del Fuoco, dell’ARPAC regionale e del dipartimento territoriale”. L’ing. Bozzi, rappresentante i Vigili del Fuoco, riferisce il consigliere provinciale, “ha evidenziato una serie di elementi negativi, quali la vetustà degli idranti, un accesso non fruibile per eventuali mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, la necessità di verifica dei pali per l’illuminazione, ed una serie di altre carenze tecniche ed interventi necessari per poter rendere utilizzabile il sito. Anche l’Arpac, ha messo in evidenza una serie di carenze tecniche, mentre l’Asl ha chiesto di poter visionare tutta la documentazione. Bisogna dedurre, sottolinea il consigliere della Lega, anche dal verbale di tale sopralluogo, che il sito non è idoneo per accogliere rifiuti, come già da mesi ampiamente ripetuto in tante sedi, o per lo meno ha bisogno di una serie di interventi urgenti per metterlo in totale sicurezza. Da parte mia, continua Mucciacciaro, sia come consigliere provinciale e sia come sindaco di un comune limitrofo allo Stir di Casalduni ed alla “Fungaia”, ho più volte denunciato la non idoneità di questi siti ed il danno che ne deriva per la salute dei cittadini, a partire dal fatto che le caditoie di raccolta del percolato sono ostruite e quindi il liquido si spande ed inquina i terreni circostanti. Tutto questo, sottolinea il sindaco, è frutto di accordi preventivi, perché nonostante il dissenso da parte dei consiglieri provinciali, qualcuno ha dato il beneplacito all’operazione, mentre avrebbe dovuto avere il coraggio di chiudere anche lo Stir di Casalduni che non è assolutamente più idoneo. Invece si continua ad usare il Sannio solo come pattumiera.
Costi
E per quanto riguarda i costi per la manutenzione delle discariche post-mortem, non possono essere addebitati solo ai comuni del Sannio. Bastava controllare le fatture dei comuni che hanno sversato in essi, e quindi chiedere agli stessi il pagamento dei costi. Infatti circa l’85% sono rifiuti provenienti da tutta la regione. Spero, conclude Mucciacciaro, che non solo la Lega ed il comune di Fragneto Monforte, ma anche altri sindaci facciano sentire la loro voce per contestare con forza questa nuova invasione del territorio”. Anche il coordinatore provinciale di Lega Benevento, Luca Ricciardi, si dice indignato per questa nuova imposizione. “Non è la prima volta che intervengo sulla questione. Sono molto indignato che debba essere nuovamente il nostro Sannio a subire i rifiuti dell’area del napoletano, nonostante l’esito del sopralluogo avvenuto pochi giorni fa, in cui gli Enti hanno verificato che il sito non è idoneo, e c’è un verbale dell’incontro dove viene affermata la necessità di interventi per la messa in sicurezza dello stesso. Sto interessando, precisa Ricciardi, anche a livello istituzionale i rappresentanti della Lega per un loro intervento, al fine di cercare di scongiurare questa nuova invasione, ma mi rendo conto che tutto è inutile perché questa decisione è stata presa in gran silenzio già diversi mesi fa e resa nota all’ultimo momento. Come Lega Benevento, sorveglieremo che non vengano superati i quantitativi previsti, e soprattutto che la rimozione degli stessi avvenga dopo i 2-3 mesi assicurati, e non dopo 3 o 30 anni. Quando si tratta della salute delle persone e dei nostri concittadini, non possiamo stare in silenzio, conclude Ricciardi, anche se spesso ci rendiamo conto che chi ha deciso di inondarci di rifiuti, lo fa e lo farà ancora, difendendo i propri giochi di potere e le proprie poltrone”.