Rinviata la decisione dell’aumento delle tariffe dell’Alto Calore Servizi
La politica di scatena e si scagliano accuse reciproche

Il rinvio da parte di Eic dell’approvazione dell’aumento delle tariffe Alto Calore S.p.A. al 31 dicembre 2025 non risolve l’annoso problema delle acque.
“Per Noi di Centro – dice il coordinatore regionale, Pasquale Giuditta- la definizione della tariffa è soltanto la punta dell’iceberg di una questione che si trascina ormai da decenni: Irpinia e Sannio scontano la mancata rivisitazione, da parte del governo regionale, di un regio decreto che stabiliva l’erogazione della importante risorsa dall’Irpinia verso le altre province campane e la Regione Puglia.
Occorre ripartire da una politica seria delle acque che riscriva i termini dell’accordo: non è più pensabile che 7mila litri di acqua al secondo da Cassano/Caposele vanno in Puglia, 2200 dall’acquedotto di Serino a Napoli, 2200 da Senerchia/Calabritto al salernitano.
L’abbassamento del livello delle sorgenti, la insufficienza delle infrastrutture e ancora il cambiamento climatico, costringono a rivedere i termini delle concessioni passando per una condizione imprescindibile: prima la garanzia per le comunità irpine e sannite, poi l’invio verso altri territori.
E’ gravissimo che il direttore generale dell’Alto Calore affermi che “non si possono mettere in difficoltà le strutture ricettive pugliesi razionalizzando loro l’erogazione dell’acqua”. Evidentemente il direttore non è irpino e non si preoccupa di tutelarne gli interessi! Noi di Centro condanna anche la richiesta di rinvio all’Eic, avanzata da alcuni consiglieri regionali, che ha di fatto smentito i sindaci costringendoli a decidere contro i propri cittadini nell’assemblea del 25 agosto
. Il rinvio si inquadra nella solita politica della non risoluzione di niente. Occorre cambiare paradigma- continua Giuditta- e la risorsa acqua, insieme ai trasporti ed altre fondamentali questioni per lo sviluppo dei territori, sarà al centro della agenda politica di Noi di Centro. Sollecitiamo intanto i sindaci a recuperare il loro ruolo di rappresentanti del bene comune dei rispettivi territori: occorre una assemblea in cui posssno confrontarsi liberamente sulle questioni, senza i condizionamenti che hanno caratterizzato l’incontro di due giorni fa nella sede dell’Alto Calore”.