Rivolta a Napoli: protezione ai giornalisti e solidarietà alle forze dell’ordine

Redazione
Rivolta a Napoli: protezione ai giornalisti e solidarietà alle forze dell’ordine
Guerriglia a Napoli, due arresti
Rivolta a Napoli: protezione ai giornalisti e solidarietà alle forze dell’ordine. Rivolta a Napoli: protezione ai giornalisti e solidarietà alle forze dell’ordine. L’automobile di Canale 21 distrutta, i giornalisti dell’emittente e di diverse altre testate minacciati e aggrediti.
Camorra
La rivolta di camorra di ieri sera non ha solo mostrato il volto della Napoli dei clan ma ha messo a rischio l’incolumità di forze dell’ordine, giornalisti e cittadini.
Chiediamo pertanto a Prefetto, Questore e Comandante provinciale dei carabinieri di tenere conto, nell’assoluta necessità di riportare la situazione sotto totale controllo, di valutare i rischi a cui sono esposti i giornalisti nel difficile compito di raccontare la città.
Napoli
Napoli deve ora reagire con tutte le sue energie positive che rappresentano la stragrande maggioranza. Protezione ai giornalisti e solidarietà alle forze dell’ordine. Questa le richieste del presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli.
Rivolta a Napoli: protezione ai giornalisti e solidarietà alle forze dell’ordine

Napoli si ribella a De Luca, incidenti nella notte. Scene di guerriglia urbana quelle che si sono viste questa notte a Napoli, dove migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il coprifuoco imposto dal governatore campano Vincenzo De Luca per arginare la diffusione del Coronavirus.

Ieri, venerdì 23 ottobre, è entrata in vigore l’ordinanza della Regione Campania che istituisce il coprifuoco: esercizi commerciali chiusi dalle 23 alle 5 del mattino.

Inoltre, nel pomeriggio, nel corso della sua abituale diretta del venerdì, il governatore De Luca ha annunciato di voler attuare un vero e proprio lockdown in Campania.

In serata, dunque, migliaia di persone si sono date appuntamento nel centro antico di Napoli per manifestare dissenso contro i provvedimenti adottati.

Quando il corteo è giunto nella zona del Lungomare e di Santa Lucia, dove c’è la sede della Regione Campania, la rabbia è esplosa.

I manifestanti hanno assaltato automobili e camionette di polizia, carabinieri e municipale, dando vita a una vera e propria guerriglia che si è protratta a lungo per tutta la notte.

Da protesta pacifica ai disordini

“Purtroppo la situazione è degenerata ed è un vero peccato. Questa era una protesta pacifica dei ristoratori, degli imprenditori che chiedevano solo indennizzi e garanzie economiche.

Qualche facinoroso ha deciso di infiltrarsi e rovinare tutto”. Così all’Adnkronos l’avvocato Angelo Pisani, tra i promotori, in rappresentanza delle categorie di lavoratori in difficoltà, della protesta di oggi a Napoli.

La protesta era nata contro le misure restrittive anti-coronavirus decise dal governatore campano Vincenzo De Luca, protesta nata con intenti pacifici.

Poi degenerata con reiterati tentativi di raggiungere la sede della Regione Campania che hanno innescato scontri con la polizia.

“Noi aderiamo anche ai divieti – aggiunge Pisani – siamo vicini ai presidenti di Regione chiedendo loro che facciano delle richieste di sostegno.

I disordini di questa sera rappresentano un grave danno per la città di Napoli e per la gente perbene. Se il problema, per colpa di alcuni facinorosi, si sposta sulla sicurezza, il danno diventa doppio”.

“Noi condanniamo ogni tipo di violenza e caos che non fa bene a nessuno, la nostra rivendicazione era di tutela della salute e per ottenere indennizzi economici”, conclude l’avvocato.