Rotondi: 140 famiglie condannate per sempre all’esposizione di onde elettromagnetiche, Mainolfi incalza sull’antenna

Secondo l'architetto dovrebbe essere una battaglia condivisa da tutti

Redazione
Rotondi: 140 famiglie condannate per sempre all’esposizione di onde elettromagnetiche, Mainolfi incalza sull’antenna

Rotondi: 140 famiglie condannate per sempre all’esposizione di onde elettromagnetiche, Mainolfi incalza sull’antenna. Alcune domeniche fa la maggioranza che amministra la nostra comunità, attraverso un manifesto pubblico ha tentato di dare spiegazioni sulla presenza della stazione radio base in corso di realizzazione a Rotondi. E’ quanto scrive in una nota il capogruppo della minoranza consiliare, l’architetto Francesco Mainolfi.

Più che fornire una spiegazione, la maggioranza ha semplicemente detto che il procedimento autorizzativo è corretto, e ci mancherebbe che non lo fosse!

Naturalmente nulla è stato detto sui silenzi e l’inerzia dei  mesi che hanno preceduto l’istanza di autorizzazione di INWTI. La correttezza del procedimento autorizzativo  certo non assolve chi a tempo debito, mi riferisco all’anno 2023, avrebbe dovuto opporsi con tutte le sue forze, chiamando a raccolta i cittadini e le associazioni, ma nulla di  tutto questo è stato fatto, nemmeno una nota ufficiale o un atto deliberativo che manifestasse il dissenso.

La difesa d’ufficio, sulla correttezza del procedimento amministrativo, non è certo un buon motivo per dire che l’antenna la dobbiamo accettare e che, in fondo, è il progresso che avanza. Ma quale è questo progresso?

Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo, la stazione radio non serve a Rotondi è priva di utilità e priva di senso. Se qualcuno si fosse almeno degnato di leggere le carte avrebbe visto la portata del sacrificio inutile a cui si espone la popolazione.

L’area di permanenza (esposizione) superiore a 4 ore al giorno, interessa 70 fabbricati coinvolgendo circa 140 nuclei familiari. Certo, nell’analisi d’impatto elettromagnetico, l’esposizione è dichiarata nei limiti di legge, questo in teoria, ma a quanto realmente arriverà questa esposizione quando la stazione andrà in esercizio?

L’ARPAC nel suo parere ha parlato di monitoraggio, ma non essendoci un monitoraggio continuo, come faremo a capire quando questi limiti verranno superati. L’esistenza di un limite di legge fa capire che i rischi per la salute ci sono e non sono nemmeno bassi.

Insomma un pasticcio, nato dall’aver sottovalutato o “ignorato” il problema, che si sta tentando di mascherare con il silenzio, con la scusa che è stato fatto durante la gestione del commissario e che in fondo le carte stanno a posto. Le carte!

Personalmente sono meravigliato dal comportamento di chi è entrato per la prima volta in consiglio comunale tra le fila della maggioranza e che sull’argomento non si è fatto domande, non ha approfondito, accontentandosi della versione ufficiale. Peccato! Si confida in chi non è ancora “tinto” dal carbone della politica dei compromessi per una ventata di novità. Qui cadono molte teorie.

L’antenna non è un problema politico che contrappone chi ha perso a chi ha vinto. Il vero problema che preoccupa me e tanti concittadini, è il danno che subisce la comunità rotondese, soprattutto quelle 140 e più famiglie che saranno condannate per sempre ad una esposizione, certo non salutare, alle onde elettromagnetiche che nel tempo potrebbe rivelarsi estremamente dannosa.

In merito consiglio di leggere lo Studio ERPS – Servizio Ricerca del Parlamento europeo – Impatto del 5G sulla salute fatto nel 2021.

L’amore per il proprio paese e per propri concittadini non si dimostra solo a chiacchiere con fughe solitarie e atteggiamenti da prima donna. L’amore per la comunità si dimostra facendo battaglie per salvaguardare, per quanto possibile, l’integrità del territorio e la salute della comunità.

Noi continueremo la nostra battaglia contro una infrastruttura che riteniamo dannosa e inutile che serve solo a chi deve mungere soldi dalla mucca chiamata PNRR. In questo avremmo preferito non essere da soli., conclude l’architetto Mainolfi.