Rotondi: famiglia perseguitata dall’ufficio tributi

Una vera e propria odissea che non ancora non conosce fine

Redazione
Rotondi: famiglia perseguitata dall’ufficio tributi

Rotondi: famiglia perseguitata dall’ufficio tributi. L’abitazione è stata venduta da oramai otto anni. La famiglia in questione non è neanche più residente nel comune di Rotondi, in quanto vive a Cervinara.

Eppure. puntualmente, a scadenza, quasi annuale, arriva una richiesta di pagamento per la tassa rifiuti solidi urbani. E, visto che, giustamente, la famiglia non paga dalla metà del 2017, vengono chieste anche somme arretrate.

Una vera e propria persecuzione contabile che non si spiega in alcun motivo. Anzi, si può spiegare solo con un ufficio dormiente per non dire altro.

Ricapitoliamo: la famiglia in questione vende un’abitazione che si trova nel comune di Rotondi il 7 giugno 2017. Il giorno dopo viene comunicato all’ufficio tributi del comune di Rotondi, protocollo numero 0003262, alle ore 9 e 06 dell’avvenuta vendita e viene richiesto il ricalcolo della Tari per i primi sei mesi del 2017.

La famiglia si trasferisce a Cervinara, contestualmente, con la vendita dell’abitazione. Sembra filare tutto liscio, le tasse vengono pagate al comune di Cervinara come vale per tutti i residenti. Quattro anni e mezzo dopo, però, l’ufficio tributi del comune di Rotondi si rifà vivo.

Invia una ingiunzione di pagamento il 25 gennaio del 2023 e chiede una somma di 924 euro. Questi soldi dovrebbero pagare, sempre per la tassa rifiuti, gli anni 2017, 2018, 2019, 2020, 2021. Peccato, però, come abbiamo già spiegato che la famiglia si sia trasferita e risieda legalmente nel comune di Cervinara dove paga regolarmente le tasse.

Che succede, però, se l’atto di richiesta di pagamento non dovesse essere impugnato, l’agenzia delle entrate potrebbe intervenire e mettere sotto sequestro amministrativo, ad esempio, le auto di proprietà.

Ed allora, loro malgrado, i componenti del nucleo familiare sono costretti a rivolgersi ad un avvocato che invia al comune di Rotondi, sempre al famigerato ufficio tributi, una istanza di autotutela con la  richiesta  di annullamento dell’avviso di accertamento. E questo avviene tramite il pec il 28 gennaio 2023 alle ore 17 e 54.

Alla Pec non si registra alcuna risposta. In questo caso, quindi, dovrebbe valere il silenzio assenso. Ma, probabilmente, al famigerato ufficio tributi del comune di Rotondi non vale questa regola e non valgono le due comunicazione già inviate nel 2017 e 2023.

Ed, infatti, passano due anni e mezzo siamo punto e daccapo. Martedì scorso, 12 agosto è arrivata una nuova richiesta di pagamento di 570 euro più, però, quest’anno ancora in corso, ossia, 243 euro.

A questo punto la famiglia dovrà di nuovo incaricare un avvocato, spendendo altri soldi, per l’istanza di annullamento. Altrimenti, ci sarebbe il rischio, come già spiegato, del sequestro amministrativo.

Ci chiediamo come  un ufficio di una pubblica amministrazione possa fare e reiterare errori così gravi.  Sembra proprio che, non conoscendo i motivi, ci sia un vero e proprio accanimento.

I responsabili dell’ufficio tributi, qualora si degnassero di leggere questo articolo, hanno tutti i riferimenti per sanare questa vicenda una volta per tutte. Ricordiamo che si tratta di funzionari che vengono pagati proprio con i soldi dei cittadini e non possono compiere fatti o misfatti  del genere.

Ricordiamo che queste vicende creano ansia a preoccupazione e minano la serenità di questa famiglia. Sino a quando si vorrà continuare su questa strada? Il giornale attende risposte.