Rotondi: Fermare la spirale di violenza
La prova dello stube e le immagini delle videocamere di sicurezza potrebbero dare un nome ed un cognome agli autori dell’attentato intimidatorio di ieri sera.
Cinque colpi di pistola, da un’auto in corsa, sono stati esplosi contro l’abitazione di un noto pregiudicato di Rotondi, il quale, a quanto pare, aveva sul corpo i segni di un violento pestaggio, forse, avvenuto poco prima dell’attentato. Una ritorsione, una vendetta, un segnale, un avvertimento vero e proprio. E, non è stato il solo. L’asticella, nel piccolo centro caudino, si sta alzando da un poco di tempo.
Ad esempio, la notte dello scorso 29 giugno, qualcuno ha fatto saltare in aria l’auto del figlio del pregiudicato contro il quale c’è stato l’attentato di ieri sera. Un primo avvertimento che, forse, non era stato ben chiaro. Oltre alle armi, quindi, in gioco ci sono anche gli esplosivi che qualcuno sa maneggiare bene ed ha il sangue freddo per farlo.
Ma cosa c’è in gioco? Perchè tanta violenza?
Metodi che, da tempo, non si vedevano in Valle Caudina e che accostano questa terra ad altre più note del casertano e del napoletano. Ora tocca agli investigatori fare chiarezza e cercare di identificare gli autori. Gli inquirenti restano in silenzio, preferiscono lavorare, piuttosto che azzardare ipotesi. A quanto sembra, però, è in corso una sorta di faida, probabilmente, tra due gruppi familiari per la supremazia del territorio. Ciò che interessa di più, potrebbe essere lo spaccio di droga, ma in palio, forse, c’è anche qualcosa d’altro. Una considerazione deve essere fatta sul controllo del territorio. L’attentato sarebbe potuto avvenire sempre, su questo non ci piove. Ma, tocca segnalare che si è verificato a 24 ore di distanza da un altro avvenuto contro i gonfiabili che si trovavano nella parte antistante dell’anfiteatro comunale. Ebbene, dopo quell’incendio, ci saremmo aspettati una massiccia presenza di divise sul territorio comunale, ma, ieri sera, non c’era nessuno. Qualcosa nel controllo del territorio davvero non sta andando nel verso giusto. Ed è ora di correre ai ripari perchè se si sparano cinque colpi di fila da un’auto in corsa, non si può sapere dove quei colpi possano andare a finire.
Non dimentichiamo che siamo in piena estate, fa caldo e tante persone tirano tardi anche per le strade di Rotondi. Nessuno vuole un territorio militarizzato, ma se è completamente sguarnito è come invitare i malintenzionati a fare ciò che si vuole, come si vuole e quando si vuole.
Cinque colpi di pistola, da un’auto in corsa, sono stati esplosi contro l’abitazione di un noto pregiudicato di Rotondi, il quale, a quanto pare, aveva sul corpo i segni di un violento pestaggio, forse, avvenuto poco prima dell’attentato. Una ritorsione, una vendetta, un segnale, un avvertimento vero e proprio. E, non è stato il solo. L’asticella, nel piccolo centro caudino, si sta alzando da un poco di tempo.
Ad esempio, la notte dello scorso 29 giugno, qualcuno ha fatto saltare in aria l’auto del figlio del pregiudicato contro il quale c’è stato l’attentato di ieri sera. Un primo avvertimento che, forse, non era stato ben chiaro. Oltre alle armi, quindi, in gioco ci sono anche gli esplosivi che qualcuno sa maneggiare bene ed ha il sangue freddo per farlo.
Ma cosa c’è in gioco? Perchè tanta violenza?
Metodi che, da tempo, non si vedevano in Valle Caudina e che accostano questa terra ad altre più note del casertano e del napoletano. Ora tocca agli investigatori fare chiarezza e cercare di identificare gli autori. Gli inquirenti restano in silenzio, preferiscono lavorare, piuttosto che azzardare ipotesi. A quanto sembra, però, è in corso una sorta di faida, probabilmente, tra due gruppi familiari per la supremazia del territorio. Ciò che interessa di più, potrebbe essere lo spaccio di droga, ma in palio, forse, c’è anche qualcosa d’altro. Una considerazione deve essere fatta sul controllo del territorio. L’attentato sarebbe potuto avvenire sempre, su questo non ci piove. Ma, tocca segnalare che si è verificato a 24 ore di distanza da un altro avvenuto contro i gonfiabili che si trovavano nella parte antistante dell’anfiteatro comunale. Ebbene, dopo quell’incendio, ci saremmo aspettati una massiccia presenza di divise sul territorio comunale, ma, ieri sera, non c’era nessuno. Qualcosa nel controllo del territorio davvero non sta andando nel verso giusto. Ed è ora di correre ai ripari perchè se si sparano cinque colpi di fila da un’auto in corsa, non si può sapere dove quei colpi possano andare a finire.
Non dimentichiamo che siamo in piena estate, fa caldo e tante persone tirano tardi anche per le strade di Rotondi. Nessuno vuole un territorio militarizzato, ma se è completamente sguarnito è come invitare i malintenzionati a fare ciò che si vuole, come si vuole e quando si vuole.