Rotondi, fermi tutti: il nemico è Il Caudino

Redazione
Rotondi, fermi tutti: il nemico è Il Caudino
Da qualche tempo il signor sindaco di Rotondi, dottor Antonio Russo, è convinto di essere entrato nelle mire del Caudino. Ogni articolo che la nostra testata pubblica, infatti, è accompagnato da suoi commenti “illuminanti” ed ovviamente pieni di insulti ed acrimonia destinata ai nostri giornalisti.
L’apice lo ha raggiunto oggi. Commentando su facebook una lettera pubblicata dal nostro sito (ci torneremo a breve) ha scritto: “…Quella lettera ha un’altra funzione, devo, malignamente, pensare ed ha la funzione quasi di giustificare l’insoddisfazione che sfocia in Violenza ??? Sono amareggiato e Incredulo”. Quindi, secondo il signor Sindaco di Rotondi, dottor Antonio Russo, il Caudino starebbe tramando alle sue spalle giustificando la violenza di cui egli è stato oggetto. A rigor di legge, il signor Sindaco potrebbe denunciarci alla Procura della Repubblica di Avellino (competente per territorio) per istigazione alla violenza. Gli suggeriamo di farlo: almeno chiariamo davanti alla legge se effettivamente i giornalisti hanno avuto o stanno avendo una condotta criminale nei Suoi riguardi (suoi, del signor sindaco). Perché di questo stiamo parlando: se un giornale agevola la violenza, la assolve e la giustifica ha una condotta criminale. Cosi come è criminale insultare giornalisti chiamandoli “pezzi di merda”, ma forse questo il signor sindaco di Rotondi non lo legge. Eppure, fino allo scorso anno (come ha ricordato qualcuno proprio sui social) Il Caudino era accusato di essere l’organo “ufficiale” del Comune di Rotondi da parte della opposizione.
Ancora. Forse il signor sindaco ha dimenticato che i primi (e gli unici, parlando di giornalisti) ad essere solidali con lui sono stati proprio i giornalisti del Caudino. Dunque, qual è la colpa del nostro giornale agli occhi del primo cittadino di Rotondi?
1. Aver definito il suo aggressore “presunto”. Forse il signor sindaco ignora la legge sulla diffamazione la quale obbliga a considerare presunti colpevoli tutti coloro che non lo sono riconosciuti da un tribunale fino alla Cassazione. Ecco dunque spiegato il motivo per cui quando si parla di arresti e reati si usa il condizionale e la parola “presunto”. Invece, a proposito di “presunto” l’ineffabile signor sindaco scrive: “Ieri era certo mentre oggi presunto …. dunque devo pensare, mi farebbero pensare che mica sono stati “disturbati” anche la redazione del caudino ??? La Villa era piena e siete “usciti” Rappresentando Quello che la Villa ha visto Quello che la Villa ha udito mentre ora … il presunto … Bravi ma proprio bravi , avete “le palle” … come no ….. Che Miseria”.
2. Arriviamo alla lettera pubblicata stamane dal Caudino. Quando in redazione arriva una lettera e il mittente chiede di non essere pubblicato, i giornali usano il termine “lettera firmata”. Il signor sindaco di Rotondi, dottor Antonio Russo, insieme ad alcuni suoi “sodali” invece dice che la lettera è inventata. Vi sbagliate. Per il semplice motivo che noi abbiamo la versione originale firmata. Dunque se vuole, il signor sindaco di Rotondi, dottor Antonio Russo, può venire in redazione e prendere visione della lettera. Cosi, magari crederà che al Caudino non sono usciti pazzi nel pubblicare “attacchi che giustificano la violenza”.
E ora chiudiamo.
Ciò che accade a Rotondi è di una gravità inaudita. Sono gravissime le minacce che il sindaco riceve (lo abbiamo scritto cento volte); è pericolosissimo il clima che si è creato (lo abbiamo scritto altrettante volte) ed è altrettanto grave che un esponente delle istituzioni continui ad attaccare un giornale libero farneticando di presunte giustificazioni della violenza. Quindi, secondo il signor Sindaco, la violenza a Rotondi è causata dagli articoli del Caudino.
Bene, se è questo il motivo lo rassicuriamo: non scriveremo articoli che possano urtare la sensibilità del signor sindaco di Rotondi, dottor Antonio Russo. Ci limiteremo a registrare solo i fatti di cronaca.
Noi stiamo in silenzio perché non dobbiamo disturbare il manovratore.
Ah, povera democrazia.
La Redazione