Rotondi: il prossimo sindaco non si occupi di clientele

Pubblichiamo un'articolata proposta dell'avvocato Rino Iglio

Redazione
Rotondi: il prossimo sindaco non si occupi di clientele

Rotondi: il prossimo sindaco non si occupi di clientele. I cittadini di Rotondi sono chiamati al voto nella primavera del 2025. Si tratta di elezioni anticipate in quanto l’allora sindaco, il direttore del conservatorio di Benevento, il maestro Peppino Ilario ha rassegnato le dimissioni il venti maggio scorso e non le ha più revocate.

Riunioni private e proposte pubbliche

Nel piccolo centro caudino è già tempo di riunioni private per decidere gli schieramenti in campo e soprattutto l’identità di quelli che dovranno essere i candidati alla carica di sindaco.

Rompendo un poco gli schemi consolidati, l’avvocato Rino Iglio,  che nella scorsa consiliatura ha ricoperto la carica di presidente del consiglio, attraverso il nostro giornale, formula un proposta pubblica, al di fuori dalla segrete e fumose stanze. Una proposta che farà discutere in quando l’avvocato chiede a tutti di superare la politica clientelare che soffoca la crescita del paese.

Ecco cosa scrive

Il tempo che ci separa dalle elezioni amministrative del 2025 si riduce e nel paese si ragiona sulle future liste e sui probabili candidati a sindaco. È un passatempo divertente ma è necessario avviare un ragionamento più articolato.

I cittadini si lamentano che il paese è alla deriva, infatti Rotondi va avanti alla giornata, senza entusiasmo e senza obiettivi. Nessuno che tracci una direzione verso cui procedere. Non si progetta il futuro, non si parla dei problemi. Si parla solo dei nomi.

Per disorientare un paese come il nostro occorrono molti anni e molti artefici. Ma tralasciamo il passato e concentriamoci sul futuro. Solo dopo aver focalizzato i problemi di Rotondi potremo individuare chi è il più adatto ad affrontarli. Non la persona migliore (che non esiste), ma la più adatta considerato il dato momento storico.

Di quali problemi dovrebbe occuparsi in via prioritaria un’amministrazione comunale per rilanciare Rotondi? Provo a sintetizzare.

Paese sull’orlo del dissesto

Rotondi è un paese che rischia il dissesto finanziario, tecnicamente è in uno stadio di pre-dissesto. Da qualche anno, attuiamo faticosamente un piano di rientro dal deficit, mentre sulle nostre teste pendono sentenze di condanna al pagamento di somme oltre le nostre possibilità.

I debiti fuori bilancio mandano in crisi le amministrazioni, questo è noto, dunqueil dissesto finanziario è una possibilità concreta che speriamo non si realizzi.

Come siamo arrivati a tanto? I fattori sono molteplici.

Su alcuni, come i debiti fuori bilancio, ho già accennato. Per il resto, abbiamo un ruolo esattoriale che fa acqua da tutte le parti.

Chi paga le tasse comunali paga troppo perché paga per tutti. Tasse alte inducono maggiore evasione e maggiore evasione comporta un aumento delle tasse.

Oggi ci ritroviamo nel bel mezzo di questo cortocircuito di gestione che ha preso di mira le tasche dei cittadini che pagano, basti pensare al continuo aumento della Tari.

Su questo argomento voglio essere molto chiaro: il motivo per cui il ruolo fa acqua da tutte le parti è il clientelismo politico. Per la vecchia politica, far pagare tutti non conviene perché fa perdere un certo tipo di consenso. Il Comune, però, oggi non è più in grado di offrire servizi ai cittadini.

Il bilancio è gravato da alcuni mutui contratti a totale carico dell’ente, cioè non assistiti da contributi regionali o statali. Per questi mutui non c’è scelta, dovremo continuare a pagare le rate.

La qualità dei lavori pubblici è scadente. Anche su questo tema voglio essere chiaro: l’Ufficio Tecnico va lasciato lavorare senza pressioni e la gara va aggiudicata, preferibilmente, all’impresa che offre il prezzo più basso.

L’esecuzione dei lavori va sempre monitorata dall’Ufficio Tecnico, di concerto con l’organo politico. Certamente, se all’impresa aggiudicataria viene richiesto di realizzare lavori non previsti in contratto, magari in altre zone del paese, quell’impresa non vorrà rimetterci di tasca sua e sconterà l’extra sulla qualità dei lavori e dei materiali impiegati.

Perciò, le opere si deteriorano in fretta. Le imprese spesso lavorano male quando il committente è il Comune, e il motivo è presto detto: l’ente non può pretendere di esercitare i dovuti controlli se all’impresa ha chiesto di eseguire prestazioni non dovute.

Anche in questo caso, il problema di fondo, nella migliore delle ipotesi, è il clientelismo politico, la voglia di racimolare voti favorendo Tizio o Caio. Il tutto avviene in danno della collettività.

Municipio, asilo Iabbraccio, asilo di Campizze, plesso scolastico, auditorium, campetti polivalenti, campo sportivo. Paghiamo per tutti acqua, luce, gas e oneri di manutenzione vari, spese importanti a fronte delle quali non riscuotiamo entrate. Un piccolo centro come il nostro ha risorse sufficienti a mantenere tutte queste strutture? La risposta è: no. Infatti, alcune sono inutilizzabili, altre inevitabilmente lo saranno a breve.

C’è un candidato sindaco che abbia tempo e voglia di impegnarsi con gli elettori su questi temi? Che abbia qualità di leadership e una credibilità personale tale da persuadere e coinvolgere i cittadini? La cui preparazione tecnica sopperisca almeno in parte alle lacune della nostra macchina amministrativa?

Che sia determinato a voltare pagina rispetto al passato e portare avanti gli interessi della collettività senza trafficare continuamente in voti?

Trafficare voti ti fa sedere al tavolo delle trattative con un bel pacchetto di consenso, ma è un consenso dopato che arreca gravi danni al paese e obbliga ad accontentare tutti a tempo indeterminato, altrimenti il consenso viene meno.

Piaccia o meno, questa è la via maestra, anzi è l’unica via possibile per iniziare (dico per iniziare) un percorso di rinascita.

Messa così, la platea degli aspiranti sindaco si assottiglia. Ci sarebbe perfino una certa difficoltà a individuare il nome giusto, in un contesto dove (ahimé) l’obiettivo dichiarato dei gruppi, al momento, non è l’interesse del paese ma la propria sopravvivenza politica. Occhio però, perché siamo arrivati all’osso.

Cambiare registro

Nella mia visione della politica i singoli sono al servizio di Rotondi, non è Rotondi al servizio dei singoli. Se vogliamo procedere diversamente, siamo liberi di farlo, del resto ogni comunità è artefice del proprio destino.

Però, non ci lamentiamo, poiché Rotondi oggi è esattamente il paese che in questi anni abbiamo voluto costruire. Se desideriamo migliorarlo, occorre cambiare radicalmente registro.

Rino Iglio