Rotondi: Il sindaco Russo e la Protezione Civile
Riceviamo dal Gruppo consiliare Terramia e pubblichiamo
“Caro Sindaco le ricordiamo che dal 2015, giace nei cassetti comunali, un regolamento per la costituzione del Nucleo di protezione civile comunale che lei ha approvato e che noi Terramia, piu’ volte, preoccupandoci della sicurezza dei cittadini, le abbiamo suggerito di attivare. Ma come al solito battere colpi non è mestiere di tutti. Infatti ha sempre ignorato le nostre proposte, perché forse pensa che sono troppo impegnative, vanno nell’interesse di tutta la comunità, e, magari con queste caratteristiche non pagano in termini di voti, non capendo che così facendo ignora se stesso, le sue responsabilità, e il bene dei cittadini.
Ad oggi lei non è stato capace, pur essendo la massima autorità di protezione civile, di comprare una pala o una carriola da destinare a tali attività, perché nei bilanci approvati in questi anni ha postato solo 500 euro, senza capire perché li metteva. Lo dimostra il fatto che non li ha mai spesi. Oggi, sottoscrivendo un accordo di 5 anni, al costo annuo, per adesso di 3000 euro, con una associazione di volontariato, che dovrebbe fare tutto e niente in una materia cosi importante per i cittadini, vuole farci credere che è stato folgorato sulla via della buona amministrazione? Come suo solito, ogni decisione è slegata da una visione complessiva del sistema paese, e dettata solo da momenti di “generosità” verso il cittadino. Il sindaco è colui che avendo una visione caratterizzata da crescita sociale ed economica, propone alla comunità che guida una sfida costruendola insieme a tutti. Oggi purtroppo, la nostra comunità è in affanno. Deve necessariamente cambiare rotta. Per cambiare rotta però cari cittadini dobbiamo avere il coraggio di cambiare gli uomini che fino ad oggi hanno fatto il bello e il cattivo tempo sulle nostre spalle. Con quest’invenzione vuole farci credere che si è accesa la fiammella della sicurezza dei cittadini? Non è così, perché sono due anni che le chiediamo di portare in consiglio comunale il piano di protezione civile per completarlo, e diffonderlo, perché cari cittadini dovete sapere che il lavoro per la redazione del piano è stato pagato, anche profumatamente, ma non completato. E ad oggi lei ha fatto orecchie da mercante. Questo significa avere a cuore la sicurezza dei cittadini? A che serve un piano di protezione civile che nessuno conosce, perché nulla è stato fatto in questi due anni. È la solita storia che si ripete da troppi anni a Rotondi.
L’importante è fare e non importa perché, anche se il perché c’è sempre. Vogliamo la costituzione di un nucleo di protezione civile comunale. Non vogliamo essere da meno rispetto agli altri comuni della valle caudina. Non ci basta un semplice supporto. Avere un nucleo di protezione civile comunale eleva culturalmente la nostra comunità perché crea coscienza civica e porta a discutere di prevenzione e sicurezza.”