Rotondi, Terra Mia: Il Pennone è mio…

Il Caudino
Rotondi, Terra Mia: Il Pennone è mio…

Riceviamo e pubblichiamo dal Gruppo consiliare Terra Mia Di Rotondi.

Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza…….., questa è la frase con la quale inizia una famosissima lirica di Antonio de Curtis, in arte Totò.
La data è quasi la stessa, il tre novembre, gli attori meno nobili ma sempre tre, il sindaco, il quasisindaco e un incolpevole artigiano locale. Il quasisindaco, animato da un improvviso slancio patriottico, in occasione della festa del 4 novembre, decise autonomamente, di dare il giusto riconoscimento al “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate” e, con l’aiuto di un incolpevole artigiano, decise di onorare la festa del giorno successivo, il quattro novembre, collocando alla sommità dello spoglio pennone, situato a lato della stele ai caduti di tutte le guerre, il tricolore nazionale. All’atto della posa del tricolore, che il quasisindaco volle fare personalmente, con incredibile sprezzo del pericolo, salendo sulla gabbia del mezzo d’opera, fino ad un’altezza che ai più sarebbe proibita, il sindaco raggiunse la villa comunale e si unì al gruppo, tutti davanti alla stele ai caduti. Il sindaco visibilmente nervoso, distolto dai suoi doveri istituzionali che lo avevano portato in piazza a redarguire i compaesani indisciplinati, ai quali stava rimproverando che con il loro atteggiamento di disinteresse del divieto di sosta, stavano violando una norma deliberata dalla Giunta Comunale il 06 luglio 2016 e precisamente, stavano rendendo indecoroso il centro abitato e rappresentando un rischio per la pubblica e privata incolumità, con la conseguenza che persistendo tale atteggiamento, sarebbero incorsi in spiacevoli inconvenienti e dolorose multe. Il sindaco urtato per aver dovuto interrompere il suo operato istituzionale e non valutando, nel modo giusto, lo spirito patriottico del quasisindaco, si lascio andare ad una dichiarazione allarmante: “Qualunque sia stato lo spirito che ha motivato l’operazione, io dovrei chiamare i carabinieri e farvi sanzionare, per aver operato sul pennone comunale senza il mio permesso, ma sarò buono perché effettivamente un pennone senza bandiera perde la sua utilità, ma ricordatevi in futuro che qualsiasi attività che si svolge nel comune, di cui sono il sindaco, fosse anche su un pennone, deve essere da me autorizzata”. Morale della favola:
Il pennone è mio e guai a chi me lo tocca.