Rotondi, TerraMia attacca: Sciatteria amministrativa
Riceviamo e pubblichiamo.
Terramia: per una cultura amministrativa aperta, al passo coi tempi.
Un cittadino si rivolge all’Amministrazione per una esigenza specifica. Lo fa più volte. Passano i mesi. Spiega, documenta, chiede, sollecita, diffida. Ottiene una risposta (fortunato! oltre che insistente) che considera però generica e insoddisfacente. Il cittadino passa al livello superiore: chiede e il Prefetto interviene e incarica un’altra Istituzione a verificare la situazione. Stavolta a chiedere risposte agli Uffici comunali (e quindi all’Amministrazione) sono altre Istituzioni: i tempi sono ben più rapidi e il tenore della risposta è ben circostanziato. Viene fuori uno scenario di (non insolita) sciatteria amministrativa (del Comune) e di “difformità normativa” certificata. Niente di irreparabile, per il momento, ma …
Le considerazioni da fare sono diverse.
Prima considerazione: l’indirizzo politico della maggioranza è ancora una volta confermato da fatti inequivoci: chiusura e poca attenzione al cittadino, che, sperimentato il fallimento nella ricerca di dialogo con il “suo” Comune, deve rivolgersi altrove per avere risposte significative. La sollecitudine dell’Ente verso il cittadino – lo abbiamo detto tante volte – è inesistente nell’approccio scelto e coerentemente portato avanti dalla maggioranza, nella gestione della cosa pubblica. L’accountability (dare conto) è una cultura di là da venire.
Seconda
una questione che dovrebbe essere gestita nel contesto locale, con questo modo di fare, finisce per interessare più Enti sovraordinati, con uno spreco di risorse e di energie amministrative incredibile. Possibile che un Prefetto della Repubblica (e altre Istituzioni) debba occuparsi di questioni davvero locali perché chi amministra l’Ente non riesce a dialogare con adeguatezza con gli amministrati?
Terza considerazione
Di quale efficienza amministrativa vogliamo parlare se gli Uffici comunali sono spesso e volentieri coinvolti in contenziosi di varia natura che potrebbero essere evitati se ci fosse un indirizzo (politico!) agli Uffici per cui interloquire coi cittadini è un dovere da svolgere con diligenza e lealtà? E non è questa una faccia della tanto deprecata “burocrazia” per cui un cittadino o una impresa devono cercarsi “l’interlocutore giusto” perché il livello più vicino è spesso sordo e inerte?
Conclusione
Questo caso è l’ennesimo emblema di una impostazione politica inaccettabile. Terramia propone e chiede da sempre di adeguare la cultura amministrativa ai tempi moderni. La trasparenza non va ostacolata ma al contrario praticata con moderna apertura alle istanze che provengono quotidianamente, che non sono fastidiose incombenze ma una parte dell’ordinario impegno di chi è al servizio della collettività.
Terramia