Rubrica medicina, Malattie cardiovascolari: Aspirina sì o no? I dubbi degli americani

Redazione
Rubrica medicina, Malattie cardiovascolari: Aspirina sì o no? I dubbi degli americani

Secondo alcuni studi americani sarebbe consigliabile limitarne l’uso.
La Task Force del US Preventive Service (USPSTF) nelle sue linee guida restringe il range dell’età a cui si consiglia l’assunzione dell’Aspirina per la prevenzione primaria dell’infarto negli uomini e dell’ictus nelle donne. Si è passati, infatti, da una fascia nel 2009 tra i 45 e i 79 anni per gli uomini e tra i 55 e 79 per le donne, ad un range oggi tra i 50 e 59 anni d’età con un rischio di malattia stimato oltre il 10% a 10 anni e tra i 60 e 69 anni solo dopo attenti esami. L’assunzione prima e dopo queste fasce d’età sarebbe inutile o potenzialmente dannoso.Le nuove raccomandazioni emergerebbero sulla scorta di potenziali rischi di sanguinamento (dovuti principalmente a ulcere a carico dell’apparato gastroenterico) e di ictus emorragico in adulti senza malattie cardiovascolari e che non assumano farmaci che aumentino il rischio di cui sopra, a fronte di dati non sufficientemente solidi e riscontrabili sulla reale prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari. La Food and Drug Association per esempio ha di fatto chiuso totalmente la porta all’Aspirina come farmaco di prevenzione primaria dell’infarto e dell’ictus, per qualunque categoria di rischio. La motivazione addotta è che le evidenze attuali relative alla prevenzione primaria dell’infarto non sono sufficientemente solide da superare quelle dei rischi di sanguinamento.
Ma siamo realmente sicuri che non prevenga, ed eviti in alcuni casi, il rischio di morte in casi di malattie cardiovascolari?
Dati raccolti in alcuni studi dimostrano infatti che l’Aspirina pur non modificando la mortalità cardiovascolare (ossia non modificando infarto e ictus) riduce quella delle sue cause del 6%. Ad esempio sull’infarto, a seconda della tipologia, riduce il rischio tra il 14 e il 22%.
Nel frattempo le raccomandazioni del USPSTF rimangono aperte al commento degli esperti.

 Ugo Cioffi