San Martino, dai genitori via libera alla donazione degli organi di Danilo
Morte celebrale. Dopo quasi quattro giorni di via crucis è arrivato il più amaro dei verdetti.
Danilo Ciaramella non ce l’ha fatta.
L’ematoma al cervello era troppo esteso: i neurochirurghi dell’ospedale Rummo di Benevento non hanno potuto operare perchè, purtroppo, quel maledetto grumo di sangue non si è mai ridotto. Tutta San Martino Valle Caudina piange questo ragazzo.
Danilo aveva l’estate addosso, aveva la voglia di vivere e di aiutare anche gli altri a sorridere.
Una vita condotta in questo modo sino alla notte tra venerdì e sabato, quando un amaro destino gli aveva dato appuntamento in via Lagno a Cervinara.
Danilo era un giovane psicologo di appena 33 anni che mentre muoveva i primi passi nel mondo della sua professione, continuava a specializzarsi a Milano.
Magari aveva già progettato la vacanza con gli amici di sempre e soprattutto non sarebbero mancate le eterne sfide di calcio.
Danilo era il bomber per antonomasia: così lo chiamavano tutti i suoi amici ed i tifosi delle squadre di calcio dove ha militato, prima tra tutte proprio il San Martino.
Era uno squalo di area di rigore: però, sapeva anche sacrificarsi per portare il suo team alla vittoria. Una metafora della sua vita perché mai ha fatto mancare un suo radioso sorriso ad amici ed anche semplici conoscenti. Anche nei momenti in cui il paese si divideva, lui sapeva portare la serenità in ogni gruppo. Era dotato di una naturale empatia con la quale sapeva subito mettersi in relazioni con gli altri. Proprio per questo motivo non si poteva non conoscere Danilo, anzi, quando non c’èra, quando era a Milano per studiare o, altrove, per lavorare, mancava a tutti.
Non a caso, i tantissimi amici, in questi giorni, hanno presidiato l’ospedale Rummo, nella trepida attesa di una buona notizia.
Ha pregato la gente di San Martino per questo ragazzo e stasera la lacrime corrono su i volti anche delle persone più compassate.
Ma Danilo non poteva andare via; non poteva lasciare questa terra senza prima segnare il gol più bello della sua carriera. Non una rete qualsiasi ma un vero e proprio capolavoro.
Appena è stata dichiarata la morte celebrale, un’apposita commissione deve valutare se i suoi organi possano essere donati. Far vivere altre persone che stanno male, strappare ancora un sorriso e che sorriso. Poi magari, dall’alto dei cieli Danilo saprà anche asciugare le lacrime alla mamma Giuseppina, al papà Gino, ai fratelli, alle sorelle ed ai tanti che continueranno a cercare il suo sorriso.