San Martino, la Valle Caudina come la Val di Non

Il Caudino
San Martino, la Valle Caudina come la Val di Non

Non è affatto un’utopia ma un’idea realizzabile correggendo i tanti errori del passato che, negli ultimi quarant’anni, hanno impedito di sfruttare i grandi processi di trasformazione  che hanno consentito di passare da un’agricoltura di quantità ad una di qualità. E’ questa l’idea forza che Palerio Abate, componente del consiglio di amministrazione del Gal Partenio, lancerà sabato nel corso del convegno che si terrà nell’ambito della festa di Santa Maria Regina della Pace. La festa si tiene in quella che è stata sempre la zona agricola del piccolo centro caudino e tende proprio a valorizzare quello che di buono si continua a produrre. Ma Abate allarga l’orizzonte e si rivolge all’intera economia della Valle Caudina.  In questo periodo è in corso il processo che sta portando all’unificazione dei comuni. Si tratta di una grande opportunità che deve essere sfruttata per creare un marchio di qualità di produzione agricola. Ma, questo è un passaggio successivo, Abate, ex presidente della Comunità Montana del Partenio, infatti, è convinto che sia necessario e indispensabile riappropriarsi dei terreni rimasti incolti. Smetterla di rincorrere un processo di sviluppo, legato alle fabbriche, e riprendere un percorso che è stato bruscamente interrotto con il terremoto. Mentre alcune zone dell’Irpinia e del Sannio hanno iniziato a rincorrere una produzione agricola qualitativamente superiore, basti pensare ai vini irpini, famosi in tutto il mondo, noi ci siamo arrestati. Abbiamo progressivamente abbandonato tutte le coltivazioni, frutta, legumi ed ortaggi, lasciando ad altri spazio e tempo per uno sviluppo che era quasi nella nostre corde afferrare. Ora ci sono tutte le potenzialità per ridiscutere tutto. Abate sottolinea anche che ci sono gli strumenti per mettere su dei processi virtuosi: formazione di giovani agricoltori, finanziamenti europei e realizzazione di progetti di filiera. E poi la Valle Caudina è solo a mezzora da Napoli la più grande metropoli del Sud. I suoi prodotti, quindi, una volta certificati avrebbero, immediatamente, un mercato incredibile sul quale puntare. Per fare questo, è necessario una vera e propria rivoluzione copernicana di imprenditori, politici e scuola. Palerio Abate, da anni, predica questo cambio di tendenza. Lo ha fatto quando era giovane amministratore comunale, ha continuato quando è stato presidente della CM del Partenio. Basti pensare, infatti, che è stato proprio lui a volere sui tratturi montani quei segnali che ancora oggi richiamano escursionisti da tutta la Campania. Ora lancia quell’idea che si può, facilmente, considerare una delle più importanti degli ultimi anni. Lo fa senza tener conto dell’appartenenza politica ed anche questo è un fatto su cui riflettere. Abate sottolinea la naturale vocazione agricola e turistica della nostra Valle e questi temi devono essere al centro anche della prossima campagna elettrorale per le regionali. A Napoli abbiamo bisogno di persone che conoscano i problemi e la vocazione del territorio e sappiano imporsi rispetto ad una politica che ha sempre mortificato le zone interne. Il percorso comincia sabato a San Martino Valle Caudina.

P.V.