San Martino, Liberamente attacca: Il paese vi ha mollato

Il Caudino
San Martino, Liberamente attacca: Il paese vi ha mollato

Si alzano i toni della polemica politica a San Martino Valle Caudina. A lanciare bordate a Ricci è il laboratorio politico Liberamente. Ecco cosa scrive: “Le ultime vicende politiche e amministrative confermano quanto sia logoro il patto di maggioranza che ha portato il sindaco Ricci ad intraprendere il secondo mandato.
Non solo molti elettori, ma anche chi ha condiviso all’epoca con lui quel percorso si è pentito della scelta fatta, perché è evidente che non si può continuare in questo modo.
Pedoto e Capuano, a differenza di altri, hanno avuto coraggio rinunciando a ruoli e deleghe di responsabilità. E’ giusto dunque riconoscerlo.
Qualcun altro, al contrario, resta saldamente attaccato alla poltrona. Perché sarà pur vero che c’è crisi per famiglie, professionisti e imprese, ma chissà perché chi orbita dentro o intorno al “cerchio magico” ne risente meno.
Da tempo le opposizioni, dentro e fuori il consiglio comunale, denunciano una condizione di immobilismo e una gestione, superficiale e senza strategia.
Oggi tutti quei nodi stanno venendo al pettine. Politici e amministrativi.
Soprattutto questi ultimi ci preoccupano, e non poco. Dall’appalto per la pubblica illuminazione pagato fiori di quattrini (e oggi mezzo paese è al buio) alla non-gestione del patrimonio comunale (basti pensare ai nuovi e già decadenti uffici ed il parco urbano di Via Starze), per non parlare delle promesse illusorie (dov’è la sede del 118?) o delle scelte quantomeno poco lungimiranti (leggi affidare la gestione dei tributi alla Gosaf, oggi nella tempesta giudiziaria).
Mentre le famiglie e i commercianti pagano fior di quattrini in tasse, si continua a gestire in maniera allegra il bilancio del Comune. Pagando ogni mese lauti emolumenti ai soliti dirigenti e convenzionati, amici degli amici.
Ma l’epoca delle vacche grasse (per pochissimi eletti) sta per finire. Politicamente è già al capolinea.
Il Sindaco, insieme ai suoi fedeli sodali Petecca e Sorrentino, colonnelli di questa disastrosa gestione della cosa pubblica, dà l’impressione di un manipolo di irriducibili asserragliati nel castello a difesa del proprio orticello.
Ma fuori dalle vostre mura dorate la guerra è finita.
Il paese vi ha voltato le spalle, perché non ne può più.
Uscite fuori e accettate lo stato di cose con dignità, piuttosto che inscenare l’ultima – quanto illusoria – difesa del poco che avete, avvelenando i pozzi di un paese allo sbando per colpa vostra”.