San Martino: oggi, sedici anni fa, la strage dell’Immacolata
San Martino Valle Caudina. La statua della Madonna è rimasta lì, ma dietro non c’è più quella casa che ha ospitato l’orrore. Fu il padre – marito assassino a farla saltare in aria per distruggere se stesso e tutta la sua famiglia. Lui si salvò: la moglie e la figlia piccola no; la grande ed il figlio maschio si, grazie a Dio e forse, grazie proprio a quella Madonnina.
Sedici anni non possono essere sufficienti per dimenticare. Chi c’era quella mattina dell’Immacolata del 1999 al Crocevia di San Martino Vale Caudina, chi ha sentito il forte odore del gas, chi ha visto uscire vivo dalle macerie l’orco assassino, non dimenticherà mai.
Agnese avrebbe oggi 46 anni; Teresa, invece, 28.
Agnese era una giovanissima mamma di meno di trenta anni, ma badava già a tre figli. Allora non si parlava ancora di femminicidio, ma gli uomini hanno sempre ucciso e fatto del male alle donne.
Lo hanno fatto anche in maniera più cruenta del solito, in quanto Romeo Iachetta, quel giorno decise di cancellare tutta la sua famiglia, facendo saltare in aria la palazzina a due piani in via Crocevia.
Prima, però, accoltellò la moglie e la figlia Teresa, che di anni ne aveva dodici, che tentò invano di proteggere la mamma. Solo a pensare a quella ragazzina che tenta di fare scudo con il suo corpo alla mamma, viene la pelle d’oca. Fortunatamente l’estremo sacrificio della mamma e di Teresa, riuscirono a mettere in salvo gli altri due figli.
Quel giorno, c’era il sole come oggi, faceva solo un po’ più freddo, ma nulla di paragonabile al freddo che penetrò nelle ossa dei soccorritori quando arrivarono a videro la palazzina distrutta ed estrassero i corpi senza vita della madre e della figlia, mentre il padre riuscì a scamparla. Quell’uomo non doveva, ma soprattutto non poteva essere lì, visto che era accusato di violenza sessuale su una delle figlie e si trovava agli arresti domiciliari dall’altro capo del paese. Ma, allora come oggi, è facile sfuggire ai controlli. Allora come oggi, è facile fare del male alle persone inermi.
Quello fu un giorno di sole, ma senza speranza. Due vite cancellate, una famiglia distrutta e la festa della Immacolata annientata.
Sedici anni dopo, a Cervinara, paese contiguo a San Martino Valle Caudina, che pure ha conosciuto l’orrore del femminicidio, verrà intitolata una piazza a tutte le donne, vittime di quella violenza. Una piazza per non dimenticare e per ricordare anche Agnese e Teresa.
Peppino Vaccariello