San Martino: Il Prossimo da Sinistra, la contestazione a don Salvatore Picca

Redazione
San Martino: Il Prossimo da Sinistra, la contestazione a don Salvatore Picca

Don Primo Mazzolari a chi gli chiedesse della sua collocazione politica era solito rispondere, “Né destra né sinistra; verso l’alto”. Don Salvatore Picca invece ha scelto e da tempo, il suo credo politico: di destra convinto, come evidenzia il suo profilo Facebook. Poco si sa della sua educazione marxista (sic!); più palese è la sua militanza nonché il suo attivismo elettorale per il partito neofascista Fratelli d’Italia. La sua simpatia per Salvini quindi non è un fulmine a ciel sereno, piuttosto è la dimostrazione plastica della conversione di gran parte del centro-destra alle politiche della destra nazionalista, sovranista e razzista. Stupisce tuttavia il modo con cui Don Salvatore Picca si è allineato alle direttive del leader leghista. Per il nostro Don, Salvini è “Uber Halles”, il campione della messa in pratica dei principi evangelici in fatto di accoglienza degli immigrati. L’affermazione ci sembra quanto meno gratuita perché fatta in un contesto come quello di San Martino Valle Caudina, tradizionalmente accogliente, che non vede la presenza di un solo immigrato africano. Oltremodo inopportune se si pensa che la Chiesa di papa Francesco fa dell’accoglienza del diverso e degli ultimi punti fermi del suo agire. Si dice poi che dovrebbero essere accolti solo i migranti che scappano dalle guerre, dalle carestie e da situazioni che mettono a repentaglio la vita umana, non quelli che emigrano per motivi economici. Ora carta geografica alla mano invitiamo il parroco ad indicarci quali sono in Africa le nazioni che non sono coinvolte in guerre, carestie e in situazioni igieniche e sanitarie precarissime! Esse non raggiungono il 10% dell’intero continente. Per quale motivo poi l’indigenza economica non sarebbe un valido motivo per emigrare? Forse che siamo alla criminalizzazione della povertà? Purtroppo ci sembra di sì. Non vogliamo pensare che questa sia la filosofia dell’Opus Dei a cui Don Salvatore Picca appartiene. Salvini, sarebbe, ancora, il difensore della vita e della famiglia tradizionale e qui si comprende la visione retrograda del nostro prete in materia di aborto, molto meno quella di un ministro della repubblica che si schiera contro una legge dello Stato, la legge104. Ciò che stupisce è che Don Salvatore Picca glissa sul fatto che Salvini di famiglie “tradizionali” ne ha avuto almeno due o tre; anche questo moralismo alla rovescia tuttavia non è estraneo all’esperienza storica della destra degli ultimi decenni. Come non ricordare i Family Day promossi dal divorziato Fini e dal pluridivorziato Berlusconi (per non parlare degli altri…l’elenco sarebbe tremendamente lungo) che tra palazzo Grazioli ed Arcore si sollazzava con le allegre Olgettine (ultime in ordine di tempo tra le innumerevoli prostitute del premier). Nel suo nuovo ruolo politologico Don Salvatore distribuisce patenti a destra (è proprio il caso di dire) e a manca, senza lesinare uno schiaffo agli ex democristiani colpevoli di non osservare il vangelo quanto Salvini (povero La Pira!), un altro ai 5 Stelle definiti con terminologia alquanto ambigua “travestiti”. Della sua preparazione in materia di diritto e della sua competenza teologica non si può certo dubitare, stupisce quindi ancor di più la confusione che Don Salvatore fa tra causa ed effetto quando dice che il problema in Italia non è la mancanza di lavoro ma il fatto che non si fanno figli. Al netto della secolarizzazione del mondo occidentale e della caduta dei valori, nell’epoca del nichilismo dispiegato, il problema in Italia, in particolar modo al Sud e maggiormente nell’entroterra campano, è proprio la mancanza di lavoro e opportunità per i giovani.
Il nero che combattiamo non è quello della pelle ma quello dell’anima politica.

 Sez. Enrico Berlinguer
San Martino Valle Caudina