San Martino Valle Caudina: quando fu murata la porta della Chiesa…
Non è la prima volta che San Martino guadagna le prime pagine di quotidiani nazionali per questione di clero. La vicenda che vi raccontiamo, di cui abbiamo anche una documentazione fotografica grazie allo straordinario archivio di Gloria Raviele, all’epoca fece ancora più scalpore di quella di don Salvatore Picca che ha preso le difese del ministro dell’interno Matteo Salvini, condannando la copertina del settimanale Famiglia Criistiana.
Il 20 gennaio del 1987, 31 anni fa, i quotidiani italiani uscirono tutti con una prima pagina dedicata alle esequie di Renato Guttuso e alla sua discussa conversione sul letto di morte, sempre messa in dubbio dalla sua storica amante Marta Marzotto. Anche Il Mattino, allora diretto da Pasquale Nonno, riportava, in bella evidenza, la cronaca dell’evento. Ma c’era un’altra notizia che risaltava sulla prima pagina. Alcune persone, in un piccolo paese della Valle Caudina, durante la notte avevano murato la porta di ingresso della chiesa di San Giovanni Battista, che si trova nel pieno centro storico. Era un segnale forte con il quale, un gruppo di fedeli si era ribellato alla presenza a San Martino di don Nicola D’Apice, nominato parroco delle due parrocchie unificate dall’arcivescovo … Una storia che il passare degli anni ha attutito ma che, all’epoca, creò forti dissensi nel corpo vivo della comunità credente e praticante. Non ci fu solo quel clamoroso episodio dell’ingresso della chiesa murata, il sacerdote fu anche bersaglio di una pioggia di pietre. Tanto è vero che, qualche giorno dopo, in una lettera a Il Mattino, Gloria Raviele parlò di quell’episodio come una vera e propria lapidazione in pubblica piazza. Teniamo a precisare un fatto importante, a scanso di equivoci, non esiste alcun parallelo con la vicenda di don Salvatore. Abbiamo cercato la documentazione per ricordare quel fatto così clamoroso che all’epoca guadagnò la prima pagina di un giornale nazionale, come è successo ieri con l’anatama dell’arciprete. Per quanto riguarda , invece, la sorta di don Nicola D’Apice,il sacerdote lasciò San Martino Valle Caudina e, dopo non molto tempo, lasciò anche l’abito talare. Conobbe una donna se ne innamorò e dopo poco si trasferì in un paesino della Sicilia, dove riposano le sue spoglie mortali.