San Martino Valle Caudina: “Mi hanno impedito di praticare la solidarietà!”

Redazione
San Martino Valle Caudina: “Mi hanno impedito di praticare la solidarietà!”

Riceviamo e pubblichiamo

“Mi chiamo Giovanna e vivo in una piccola comunità della Valle Caudina, in provincia di Avellino. Sin da quando ero adolescente, la mia passione è sempre stata quella di creare e dare sfogo alla mia fantasia attraverso l’arte del cucito, passione che tuttora porto avanti con grande entusiasmo ed energia, nonostante i miei 53 anni.

Sono una persona che nei momenti di difficoltà si è sempre data da fare per chiunque avesse bisogno, cercando di operare ogni volta con amore e nel rispetto delle regole.

Da un po’ di giorni, vista la situazione difficile che stiamo vivendo in tutta Italia, e vista la richiesta di alcuni miei amici e parenti, a seguito della mancanza di mascherine, avevo deciso di crearle GRATUITAMENTE, senza alcun fine di lucro, per coloro che ne avessero avuto necessità. Attraverso la TV e i social, inoltre, avevo visto che in tutta Italia altre persone avevano già preso questa iniziativa con il sostegno delle rispettive amministrazioni locali.

Purtroppo, nella giornata di lunedì 16 marzo 2020, i miei buoni propositi sono stati interrotti dall’arrivo, presso la mia abitazione, degli agenti di polizia locale e dei carabinieri che mi hanno caldamente intimato di smettere di creare GRATUITAMENTE le mascherine. Mi sono sentita trattata come la peggiore fra i criminali.

Premesso che la mia non è un’attività ma una passione che svolgo a casa per me, per la mia famiglia e per qualche amico, di fronte a quanto avvenuto mi sono chiesta ‘Cosa ho fatto di male?’. La spiegazione che mi è stata data dagli agenti è che era pervenuta una segnalazione sul mio conto da parte di un commerciante locale, il quale sosteneva che io stessi vendendo le mascherine.

Ovviamente questo non è vero: ritengo che le segnalazioni dovrebbero essere trattate con cautela e che le opportune verifiche andrebbero fatte nel rispetto delle regole e della civiltà. Il mio era semplicemente un gesto di solidarietà!

Termino questa mia lettera dicendo a tali persone che in casa mia posso decidere di fare beneficenza come meglio credo e decidere di regalare una mascherina ad un amico, in quanto, evidentemente, non esiste articolo di legge che me lo vieti. Riflettendo su tutto ciò, sono giunta alla conclusione che talvolta si preferisca controllare le persone che, in queste circostanze così delicate si spendono GRATUITAMENTE per gli altri (come stavo facendo io!) piuttosto che controllare e vigilare su coloro che stanno facendo lievitare i prezzi dei generi essenziali, approfittando del momento di difficoltà.

Concludendo, mi permetto di dire che, oltre al contagio dovuto al virus, dovremmo stare attenti al contagio di ignoranza e cattiveria che circola indisturbato fra noi esseri umani.

Giovanna Vitagliano”

(N. d. R.) A questo proposito abbiamo sentito il comandante della polizia municipale della cittadina caudina Serafino Mauriello che ha tenuto a precisare che loro sono a favore della solidarietà e che hanno sospeso l’attività della signora Giovanna per motivi sia amministrativi che di tutela della salute pubblica.

Proprio a questo proposito ha tenuto a precisare che le mascherine prodotte, anche se distribuite gratuitamente, non erano adatte allo scopo di proteggere dal CovidSars-19.