San Martino: venerdì 2 agosto concerto del chitarrista Enrique Munoz per ricordare Melina Pignatelli della Leonessa
La duchessa fu artista e mecenate
San Martino: venerdì 2 agosto concerto del chitarrista Enrique Munoz per ricordare Melina Pignatelli della Leonessa. Anche quest’anno l’Associazione Igor Stravinsky di Avellino ricorderà la duchessa Melina Pignatelli della Leonessa (26 giugno 1917/2 agosto 2001) con un concerto classico. Ad esibirsi nella Sala grande del Castello Pignatelli a San Martino Valle Caudina il chitarrista spagnolo Enrique Munoz in un recital dal titolo Espana.
Il concerto in programma venerdì 2 agosto con inizio alle ore 19,00 fa parte della rassegna estiva “Innamorati della Musica” dell’Associazione Igor Stravinsky con la direzione artistica della pianista avellinese Nadia Testa.
Tutte le info su www.associazionestravinsky.ito al 340 5719845.
Ad aprire le porte del Castello in occasione di questo concerto Ramita e Fabio Pignatelli della Leonessa.
Melina Pignatelli, artista, soprano e violinista, scultrice ha collaborato per decenni con la Presidente della Stravinsky, la pianista Nadia Testa, per la realizzazione di un progetto al quale teneva particolarmente: l’organizzazione di master classes internazionali rivolti a giovani musicisti emergenti che desse la possibilità a tanti giovani di incontrare e confrontarsi con musicisti e docenti internazionali.
Tra i docenti illustri i master classes hanno visto protagonisti i flautisti svizzeri Conrad Klemm (fondatore dell’Alexander Technique) e Jean Claude Masi; i pianisti Francesco Nicolosi e Carlo Alessandro Lapegna; le voci liriche di Elisabetta Mantovani e Katia Ricciarelli.
Durante il master class di avviamento al Teatro Lirico tenuto da Emanuela Di Pietro fu rimessa in scena l’opera settecentesca La Locandiera di Pietro Auletta. Concerti, performance sono state tenute negli anni nelle splendide sale del Palazzo Ducale e nella Sala principale del Castello Pignatelli in San Martino.
La duchessa Melina Pignatelli della Leonessa merita una particolare menzione per la sua grandezza d’animo.
Fin da giovanissima mostrò il suo interesse per le arti. All’età di sedici anni, suo padre Peppino Matarazzo di Licosa, grande amante dell’arte, collezionista e mecenate, le fece fare un ritratto dallo scultore De Veroli; il Maestro non riuscendo a far star ferma la ragazzina, le mise della creta in mano per tenerla occupata, così nacque la sua passione per la scultura che a fasi alterne coltivò fino agli ultimi anni della sua vita.
Donna molto schiva, solo negli anni Settanta espose le sue sculture a Positano, spinta dal maestro Girosi che era stato invitato dall’ente per il Turismo e che la volle con lui. Nel ’92 fu un altro amico, Max Vajro a convincerla ad esporre le sue opere alla Casina Pompeana in Villa Comunale.
Infine per festeggiare i suoi ottant’anni nel ’97, poichè non amava i clamori mondani, anche se spesso ne fu protagonista, si organizzò al Suor Orsola Benincasa, una mostra delle sue sculture ed un concerto. Al Suor Orsola Benincasa negli ultimi anni si era molto legata, tanto da fare in modo che la famiglia Pignatelli donasse all’Istituto Universitario la chiesa di S. Maria dei Pignatelli che fin dal trecento le apparteneva.
Giovanissima si sposò con Carlo, matrimonio d’amore tra due persone che più diverse non potevano essere. Il matrimonio le fece scoprire S. Martino Valle Caudina, ex feudo della Leonessa, dove il marito possedeva delle terre che lui stesso amministrava, un palazzotto, dove passavano parte dell’estate, ed un castello medievale in abbandono.
San Martino fu per lei amore a prima vista, le dette grandi delusioni e alcune soddisfazioni. Dopo la guerra, quelle zone erano economicamente molto depresse e soggette al fenomeno dell’emigrazione.
Melina, sempre impegnata nel sociale ed un vero vulcano di idee, pensò di realizzarvi un laboratorio di tessitura. Voleva raggiungere due scopi: dare lavoro ad alcune ragazze e nello stesso tempo valorizzare un artigianato in via di estinzione. Dal laboratorio, dotato di nove telai semiautomatici uscirono tessuti di grande pregio.
La sua grande passione fu il castello. Cominciò subito, nonostante l’incredulità del padre e del marito, con pochi capitali, il “suo” restauro. Lavorò per circa trent’anni, seguendo personalmente i cantieri, istruendo operai ed artigiani trascinati dalla sua passione.
In tale veste si interessò della valorizzazione dei castelli di Napoli, non fruibili ed in pessime condizioni, fino ad ottenere per merito dell’indimenticabile On. Francesco Campagna la Legge speciale per Napoli, che finanziò il restauro prima di Castel dell’Ovo e poi di S. Elmo.
Melina amava molto la sua Napoli, e si impegnò a farne conoscere ed apprezzare le sue bellezze. Nel 1971 fu nominata Ispettore Onorario della Soprintendenza ai Monumenti della Campania, nomina di cui ella andava molto fiera.
Altro amore furono i giardini, lavorò per creare in Campania una sezione del Garden Club, di cui fu a lungo presidente e fino alla fine presidente onoraria; collaborò con il dott. Landi per far nascere Napoli Flora. Con Rivetti organizzò una stupenda mostra di orchidee a Villa Pignatelli e con la Società Italiana della Camelia, realizzò nel 1980 la prima mostra delle camelie(2), che ancora oggi si organizza con cadenza biennale.
La musica fu un interesse prioritario durante tutta la sua vita. Diplomatasi di nascosto dai suoi genitori al Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli (in violino a 18 anni ed in canto a 22), partecipò ai concerti di musiche trovadoriche curate dal dal prof. Ugo Sesini. Come concertista, carriera ostacola prima dai genitori e poi dal marito, si dedicò alla musica da camera italiana, tedesca e francese.
Nel 1945 fondò, con il maestro Vincenzo Vitale e Galeazzo Imperiali l’Orchestra da camera di Napoli divenuta in seguito Orchestra Scarlatti. |