Santa Maria: si discute di prevenzione
“Prevenire è meglio che curare”, il famoso claim utilizzato dalla Mentadent negli anni ’80 per la pubblicità dei suoi prodotti, che, in qualche modo, mutatis mutandis, si richiama genericamente al “primum non nocere” ippocrateo, è ormai così familiare, da essere entrato nel linguaggio comune, eppure, in fatto di prevenzione, c’è ancora qualcosa che in Italia non va. Dai dati diffusi dal Ministero della Sanità, il 43% degli italiani con più di trent’anni si occupa di questioni legate alla propria salute solo in presenza di un sintomo o di un dolore. Pare, insomma, che l’italiano medio non sia ancora riuscito a far sua una pratica non certo recente, al punto che in un manuale di medicina cinese risalente al VI sec. a.C. si legge che “i medici saggi non trattano le persone già ammalate, ma istruiscono quelle sane su cosa fare per non ammalarsi”.
Insomma, nonostante le numerose campagne relative alla prevenzione delle più disparate patologie, purtroppo in Italia non esiste ancora una radicata cultura della prevenzione ed è per questo che sempre più spesso la scuola, accanto ai tradizionali percorsi di educazione alla salute, volti a promuovere stili di vita salutari, negli ultimi anni ha aperto le sue porte agli specialisti, perché possano rivolgersi direttamente ai ragazzi.
In quest’ottica stamane l’Istituto “Majorana-Bachelet” di Santa Maria a Vico, guidato da Pina Sgambato, ha ospitato il dott. Giuseppe Iulianiello, responsabile dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi del nosocomio di San Felice a Cancello, che, dopo aver illustrato agli allievi delle classi quinte, i vantaggi di una adeguata prevenzione delle patologie renali, coadiuvato dalla sua equipe, ha sottoposto i ragazzi ad uno screening mirato delle nefropatie. In occasione, quindi, della Giornata Mondiale del Rene, il polo formativo superiore di S. Maria a Vico ha offerto ai suoi allievi un’occasione importante di promozione della cultura della prevenzione delle malattie.
Le malattie renali, in particolare, registrano in questi ultimi decenni un incremento su scala mondiale, ecco perché è importante una tempestiva diagnosi dei segni iniziali al fine di impedire l’evoluzione in una patologia conclamata. “La malattia renale cronica – ha precisato il dott. Iulianiello – colpisce circa il 10% della popolazione mondiale e quindi costituisce una piaga di grande portata, tanto più che molte malattie renali hanno carattere progressivo e quindi con il passare degli anni conducono all’insufficienza renale terminale, con necessità di ricorrere alla dialisi o al trapianto di rene”.