Sant’Agata, Cmr: dipendenti allo stremo
E’ plumbeo il cielo su CMR di S. Agata de’ Goti. Un gruppo di dipendenti, soprattutto della Fials ma anche di altre sigle sindacali (Ugl e Nursing up) ormai allo stremo delle forze, questa mattina si è radunato davanti agli uffici amministrativi della struttura (dopo aver svolto le prime ore di lavoro regolarmente) per un sit-in di protesta di un’ora. L’aria che si respira è davvero pesante: le lamentele sono tante e per certi versi sempre le stesse, ossia la richiesta di avere uno stipendio regolare.
I dipendenti del CMR rivendicano, infatti, il diritto di vedere erogati mensilmente gli stipendi, in un periodo di crisi economica generale, ma che per loro è ancora più difficile da gestire. “Ci sono colleghi che attendono lo stipendio da 12 mesi. In queste condizioni è diventato ormai impossibile lavorare bene. Abbiamo difficoltà a pagare i mutui delle nostre case, ma anche a fare la spesa quotidiana” – hanno raccontato i dipendenti.
Secondo quanto riferito da Tirino, sindacalista della Fials e promotore del sit-in, la situazione è ad un punto di non ritorno. “Nell’assemblea del 9 settembre scorso abbiamo deciso di avviare lo stato di agitazione, dovuta alla mancata erogazione ormai di 12 mensilità e dell’esito negativo della vendita di un ramo dell’azienda” – ha commentato Tirino. “Il prossimo passo sarà attendere la convocazione della Prefettura, con l’Asl e le parti sociali, per cercare di risolvere il problema del Cmr. Stiamo in attesa della convocazione da parte del Prefetto Galeone. In caso contrario, non staremo con le mani in mano, ma andremo a protestare direttamente a Benevento”.
Nella sostanza, i sindacati chiedono di coprire il disavanzo di stipendi che mancano all’appello ed in particolare, dal nuovo CdA, un progetto chiaro con l’immissione di nuovi capitali nell’azienda. “Le rimesse dell’Asl non sono sufficienti a coprire i buchi che si sono creati nel tempo. Quella del centro è oggettivamente una gestione fallimentare, per cui la proprietà deve solo decidere se vendere o dichiarare fallimento” – ha continuato Tirino. Un plauso, in questo dramma, viene fatto proprio all’Asl che negli ultimi mesi ha reso note tutte le determine fatte in favore del Cmr, con tanto di cifre erogate. Sta di fatto, però, che, ad esempio, a marzo l’Asl ha elargito poco meno di 1milione e 400mila euro, cifra che è andata a coprire lo stipendio di gennaio 2016; ad aprile ha versato quasi 600mila euro, ma non è stato pagato alcuno stipendio. E così anche per i mesi successivi.
E’ di questa mattina, poi, una comunicazione da parte del Cmr (a forma di nessuno!) in cui si legge che “si provvederà a ripartire tra dipendenti e collaboratori una prima modesta disponibilità finanziaria derivante dall’ultimo altrettanto modesto accredito dell’Asl”. Nella sostanza, però, non si parla di cifre concrete.
Tra i partecipanti alla protesta, questa mattina, erano presenti anche i dipendenti della ErreDial Srl, la società che si occupa di nefrologia e dialisi, una sorta di holding del Cmr, costola del centro in altrettanta sofferenza. “Avanziamo 13 mensilità e nel tempo il nostro organico è andato assottigliandosi sempre più. Per ora siamo solo sette dipendenti, abbiamo eliminato un turno di lavoro e nel corso di un anno abbiamo cambiato tre Direttori Sanitari, che decidono di lasciare senza attendere la scadenza naturale del loro mandato” – hanno raccontato i dipendenti di ErreDial.
Nel frattempo le storie che raccontano i dipendenti sono davvero drammatiche. “Sto vivendo un incubo: ho due figli grandi che vanno a scuola e quest’anno non ho potuto acquistare loro i libri scolastici. La notte mi sveglio con le crisi di panico” – ha raccontato un dipendente.
Altra lamentela è rivolta alle istituzioni locali. “L’ultima volta che abbiamo protestato il sindaco era in prima fila, al nostro fianco. Eravamo in piena campagna elettorale. Adesso dov’è?” – si lamentano.
La tensione è aumentata, poi, quando dalla struttura sono usciti in macchina, il neo presidente del CdA, Pasquale Razzano, con accanto Marianna Mauriello, nuovo amministratore delegato. I fischi e le proteste sono state tante e piene di rabbia.
Dopo un’ora, con spirito di sacrificio e senso del dovere, il sit-in si è sciolto e i dipendenti sono tornati a lavoro, con la speranza che la loro protesta porti a qualcosa di positivo. In fondo, la speranza è l’ultima a morire.
Nella Melenzio
Nella Melenzio