Sant’Agata de’ Goti: III Festival diocesano del Lavoro
Resistere e rimanere per ripensare i luoghi del vivere e del lavorare. I relatori hanno analizzato la crisi delle aree interne, individuando le cause politiche e culturali e proponendo delle soluzioni

Sant’Agata de’ Goti: III Festival diocesano del Lavoro. Resistere e rimanere per ripensare i luoghi del vivere e del lavorare. I relatori hanno analizzato la crisi delle aree interne, individuando le cause politiche e culturali e proponendo delle soluzioni.
Il terzo Festival diocesano del Lavoro, svoltosi a Sant’Agata de’ Goti e dedicato al tema delle aree interne, ha coinvolto oltre 200 studenti delle scuole locali e ha promosso una riflessione approfondita sul futuro di queste aree.
L’iniziativa, organizzata da Progetto Policoro e altre realtà della Caritas diocesana, ha evidenziato l’importanza di ripensare i luoghi del vivere e del lavorare, non limitandosi ai dati demografici ma affrontando la crisi culturale che sottende lo spopolamento.
È stato sottolineato che l’abitare è la condizione imprescindibile per il ritorno del lavoro, con la scuola come fulcro per lo sviluppo di competenze mirate alle vocazioni territoriali, piuttosto che puntare esclusivamente sul turismo, che non ha prodotto sviluppo significativo.
La metafora della “polpa e l’osso”
La metafora della “polpa e l’osso” ha illustrato come risorse spesso scartate, quali migranti e territori meridionali, possano essere invece elementi di rigenerazione e rinascita.
Diversi imprenditori e realtà locali hanno condiviso esperienze di successo, dimostrando che è possibile innovare e resistere nelle aree interne, promuovendo un modello sociale fondato su relazioni, fraternità e umanità.
Il Festival si è concluso con l’appello alla responsabilità individuale e collettiva di agire concretamente per migliorare la realtà territoriale, sottolineando che il futuro dei giovani dipende dall’impegno nel presente e dalla volontà di essere abitanti consapevoli della propria terra.