Sant’Agata, i lavoratori Cmr: Dai licenziamenti gravi danni
Riceviamo e pubblichiamo.
I sottoscritti lavoratori-creditori privilegiati del CMR SpA , licenziati tra il mese di Marzo e Aprile del 2019, in numero che al momento ha raggiunto la cifra di 18, tutti operanti nel settore di attività domiciliare del CMR SpA; rilevano, da una attenta analisi e dall’acquisizione di copie e foto delle schede firme a casa dei pazienti prima della consegna in ufficio, che il danno causato dall’azienda con l’operazione licenziamenti è ingente, sia sotto il profilo del servizio sanitario che la struttura fornisce in gestione per conto del Sistema Sanitario Regionale e sia sotto l’aspetto del danno economico a carico della struttura, che ribadiamo ancora una volta trovarsi in procedura di Concordato Preventivo in continuità di attività.
Su 18 licenziati ben 14 operatori erano in piena attività territoriale al momento dell’interruzione del rapporto di lavoro, con una serie di malati in molti casi trattati da anni e particolarmente gravi. Ricordiamo che il servizio di riabilitazione domiciliare è un attività molto complessa per quanto riguarda l’organizzazione e l’esecuzione della stessa. I malati trattati a domicilio richiedono già di base un assistenza continua, intensa e qualificata. I trattamenti riabilitativi domiciliari, che vanno ad integrare i trattamenti di base, sono equiparati ai trattamenti praticati nelle strutture ospedaliere ed extra ospedaliere pubbliche in regime di ricovero, per cui interrompere il servizio autorizzato dal Sistema Sanitario e contrattato dalla struttura con il paziente rappresenta una grave violazione degli obblighi derivanti dalla natura contrattuale del servizio eseguito dal CMR SpA.
Il CMR stipulando il contratto con il paziente e con l’ASL si impegna a praticare il trattamento riabilitativo nell’ambito delle prescrizioni previste dal SSR.
Quello che abbiamo rilevato, come operatori licenziati e responsabili per un determinato periodo dei pazienti affidati, è che i trattamenti in molti casi sono stati interrotti per un periodo di tempo superiore a quello previsto dalla normativa regionale. In effetti l’amministrazione della struttura ha frettolosamente eliminati una serie di professionisti senza porsi il problema delle sostituzioni immediate. Questo denota, da parte del CMR e della sua garante Neuromed, scarsa conoscenza della normativa di riferimento e dell’organizzazione aziendale di questo determinato settore. La voglia di punizione e di ritorsione ha prevalso rispetto alla volontà di porre il paziente e la struttura al centro delle attenzioni aziendali. Ormai l’operazione ha preso i contorni di un licenziamento di massa senza la minima riflessione sulle conseguenze di tali azioni.
Licenziati cinque logopediste/i dei sei in servizio domiciliare: anche chi non ha mai gestito o frequentato una struttura sanitaria sa che la rimozione senza un immediato ricambio genera disservizio pubblico e danno consistente all’economia aziendale. Queste pratiche non solo sono state interrotte per mancanza di sostituzioni ma principalmente perderanno il rimborso nella totalità del suo ciclo riabilitativo in quanto la struttura non ha rispettato le prescrizioni previste dal DGRC n. 85/16 e successive modificazioni. Il licenziamento di quattro logopedisti attivi ha portato un danno di almeno di 100.000 €, senza considerare i trattamenti di fine rapporto che il CMR sta pagando sull’ultima busta paga (dal 23/11/16 una media di 5.000 € ad operatore per un totale di 25.000 €).
Licenziata una fisioterapista, nella zona di Benevento e posti limitrofi, con pazienti completamente abbandonati a loro stessi e senza il benché minimo accenno a sostituirli. Anche in questo caso il danno procurato dalla scelleratezza aziendale, comprensivo di sedute terapeutiche non eseguite, di assenze ingiustificate con cicli riabilitativi non rimborsabile nella loro totalità e TFR il danno si aggira almeno sui 30.000 €.
Inoltre, su altri 12 operatori licenziati, di cui ben 9 operanti territorialmente, il danno di 30.000€, per mancanza di sostituzione e assenze ingiustificate che hanno fatto saltare l’intero rimborso della pratica, ci sembra sottostimato. A cui si deve aggiungere il TFR di 12 operatori che si aggira sui 60.000€
Facendo una stima grossolana almeno 240-250.000€ di danno sono stati procurati dall’operazione licenziamento da parte di questi “signori” della gestione.
Ancora di più dobbiamo evidenziare le tantissime segnalazioni di pazienti e familiari arrivate al CMR e alla ASL in questi giorni, di cui abbiamo numerose copie, segnalazioni che evidenziano in modo chiaro e inequivocabile il disagio rispetto allo sradicamento improvviso dell’operatore dal trattamento e alla mancanza di sostituzione in corso. Sentire impiegati e dirigenti dell’ASL affermare: “se non vi sta bene potete cambiare anche centro” è solo un modo di prendere in giro queste persone offendendole nella loro dignità di uomini e di malati. A parte che il CMR si è impegnato a prendere in carico il paziente e ad onorare il ciclo riabilitativo nella sua interezza, i signori dell’ASL sanno benissimo che esistono i budget di struttura per cui chiedere ai pazienti di cambiare Centro, quando altre strutture sono piene e con una determinata programmazione annua, significa “lavarsi le mani” e non prendersi la responsabilità di effettuare la vera funzione dell’ASL, ovvero la funzione di controllo sulle strutture che lavorano in gestione per conto del Sistema Sanitario Regionale. Come licenziati riteniamo che il problema del controllo ASL è peculiare nell’ambito delle attività sanitarie che vengono date in gestione alle strutture accreditate, le quali devono rispettare i requisiti minimi e gli ulteriori requisiti di qualità ai fine della gestione del servizio pubblico.
A noi licenziati senza motivo – perché tutti i 18 provvedimenti disciplinari sono stati emessi senza specificare i motivi – nella contestazione fotocopia inviata è stato prospettato un danno potenziale che avremmo provocato alla struttura, danni mai dimostrati. Anzi, in alcuni casi, con spirito di sacrificio e di abnegazione rispetto alle esigenze aziendali gli operatori hanno prestato la loro opera lavorativa anche nei giorni di ferie, per la mancanza di sostituzioni, autoriducendosi la giornata libera ed evitando potenziali note di credito che la struttura ha ricevuto solo nell’ultimo periodo, quello della cosiddetta “consigliera delegata”.
Invece di ringraziare e lodare chi per anni ha fatto crescere e mantenere in vita il CMR, la gestione della garante Neuromed ha pensato che l’unica strada da battere per costringere i dipendenti ad accettare accordi capestri (vedi contratto di prossimità!) fosse solo quella di praticare provvedimenti disciplinari illegali, immotivati, persecutori e ritorsivi. Da aggiungere anche la “novità” sopravvenuta della disparità di provvedimenti tra operatori sottoposti alla stessa contestazione disciplinare.
Con dignità andremo avanti per la nostra strada fino a che la verità non sarà fatta. Alla sfida rispondiamo con la tenacia e la perseveranza nella lotta per i diritti, per la giustizia e per il lavoro!
Distinti saluti.
06/05/2019
I LAVORATORI-CREDITORI PRIVILEGIATI LICENZIATI DAL CMR SpA