Sant’Agata, il Pci: Simboli fascisti e nazisti al centro del paese, serve attenzione
Riceviamo e pubblichiamo.
Nelle ultime due settimane a Sant’Agata de’ Goti si sono verificati due gravi episodi. Il primo, di matrice razzista, contro un ragazzo di colore compagno di una nostra compaesana, insultato mentre passeggiava. Il secondo riguarda i simboli nazisti e fascisti sui muri del centro storico. In alcune strade è stata trovata anche la raffigurazione di Mussolini.
A nessuno piace essere etichettato come razzista, ma è indubbio che se gli eventi di Sant’Agata vengono inquadrati in un contesto nazionale, questi possano essere ascritti ad un filone molto chiaro.
Solo nel 2018, abbiamo assistito ad una sparatoria contro 5 immigrati ad opera di Traini, candidato leghista, che prima di consegnarsi alle forze dell’ordine, ha pensato bene di fare il saluto romano davanti al monumento ai caduti. Tutto è avvenuto a Macerata, borgo medievale, insignito del premio città dell’accoglienza, dove poi la Lega ha preso il 20% dei voti.
Il 5 marzo, giorno successivo alle elezioni, è stato ucciso a colpi di pistola un ambulante senegalese a Firenze.
Il 4 giugno, il ventinovenne maliano Soumaila Sacko, sempre in prima fila nelle lotte dell’Unione sindacale di base (Ubs) per i diritti dei braccianti della piana di Gioia Tauro, è stato ammazzato a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria.
Il 19 luglio a Roma, una bambina rom di un anno è stata ferita da un proiettile di una pistola ad aria compressa.
Il PCI di Sant’Agata de’ Goti chiede a tutte le forze politiche, religiose e sociali del territorio, di fare fronte comune e di vigilare sul ripetersi di episodi di tale matrice. A livello nazionale, di contrastare le politiche messe in campo dal Governo sulla questione dell’immigrazione. I toni, la violenza verbale e le azioni delle Istituzioni non fanno altro che fomentare pericolosamente sentimenti e comportamenti, che sebbene ancora isolati, sono di chiara matrice razzista e fascista.
Siamo convinti che sia meglio essere accusati di accesso di zelo, che di superficialità, soprattutto quando si tratta di difendere la dignità di tutti gli esseri umani.