Scrigno di guarigione: La valenza spirituale del Santuario dei Santi Cosma e Damiano
San Cosma e Damiano sono patroni di medici, chirurghi e farmacisti. Curavano gratis i malati e per questo furono martirizzati sotto Dioclezano. Per questo sono chiamati Santi Medici. Il loro culto è diffuso, in Italia, soprattutto al Centro Sud.
A Bitonto (Bari) il Santuario a loro dedicato attira migliaia di pellegrini ogni anno ma anche la Valle Caudina ha diversi luoghi di culto venerati chi più o chi meno Sulla vita di Cosma e Damiano le notizie sono scarse. Si sa che erano gemelli e cristiani.
Nati in Arabia, si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l’arte medica in Siria. Ma erano medici speciali. Spinti da un’ispirazione superiore infatti non si facevano pagare.
Di qui il soprannome di anàrgiri (termine greco che significa «senza argento», «senza denaro»). Ma questa attenzione ai malati era anche uno strumento efficacissimo di apostolato.
Una missione che costò la vita ai due fratelli, che vennero martirizzati. Durante il regno dell’imperatore Diocleziano, forse nel 303, il governatore romano li fece decapitare. Successe a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria dove i martiri vengono sepolti. Un’altra narrazione attesta invece che furono uccisi a Egea di Cilicia, in Asia Minore, per ordine del governatore Lisia, e poi traslati a Ciro. Si è già detto tanto sulla Storia di San Cosma a Cervinara.
Vorrei come sempre riportare la mia riflessione all’ambito teologico pastorale. Il Santuario Cittadino posto sulla via Francigena è sicuramente da inserisi in una geografia di luoghi taumaturgici nati accanto a fonti, eremi e lazzaretti. L’acqua dovrebbe essere a mio parere motivo di ricerca e valorizzazione di questo luogo con le sue anforette. Esso è stato certamente lo scrigno delle preghiere di tantissime persone che hanno affrontato il dolore e la malattia.
Gli ex voto e i monili che notiamo attorno ai Santi e nel piccolo museo non rappresentano vanità ma narrano ciascuno una Storia davvero unica e da rispettare dove il dolore dell’ammalato si unisce ai patimenti di Cristo e dove spesso la preghiera diventa Eucarestia, cioè rendimento di grazie. Da apprezzare la visita agli ammalati con le reliquie dei Santi che come dice San Paolino da Nola trasudano Spirito Santo e effondono Grazia fugando i demoni e operando guarigioni. Non amuleti o talismani sterili ma presenza di corpi impregnati di Vangelo, Carità e Grazia. Il Servizio liturgico religioso e storico del Santuario con l’annesso culto mariano è davvero un segno di Speranza per tanti che ne fanno il luogo della memoria e per altri che possono trovare un cenacolo di preghiera.
Il mezzogiorno domenicale dedicato alla celebrazione dei divini misteri si pone come un parafulfime spirituale per la conversione di chi vuole gustare una celebrazione tranquilla e ben animata.
La caratteristica di questo Santuario è che non viaggia da solo ma è in piena comunione con la parrocchia ma con caratteristiche diverse e compiti differenti. Compito di un Santuario Cittadino è essere lievito per le comunità e tesoro delle antiche tradizioni come quella molto bella dell’Ascensione. Ogni 26 del mese è dedicato ai Santi medici di cui abbiamo una coppia di statue storiche e una votiva più recente davvero belle e ben tenute. Il Santuario è tornato al suo antico splendore e ai propone come luogo di dialogo con presbiteri, corali, gruppi di visitatori, gruppi di preghiera. Prossimamente sarà luogo di convegni e documentari e farà da collegamento con i Cervinaresi all’estero, molti dei quali hanno visitato già il santo eremo. Interessante il gemellaggio con la comunità di Arienzo voluto dai volontari del santuario insieme al Maestro Nicola Crisci Baffico. Tutto ciò ovviamente non sarebbe stato possibile senza la generosità del rettore del Santuario che ha come prima virtù quella della fiducia insieme alla corresponsabilità. Per i Cervinaresi,come dice la preghiera, San Cosma e Damiano posseggono davvero un tesoro nella loro mano. Questo simbolo delle mani perciò sia motivazione di tenderle ai poveri e agli ultimi e ai lontani dalla Chiesa. Questo è il compito di un centro di spiritualità e pastorale. Domani la processione sarà un grande atto di fede e un rito taumaturgico, tanti sguardi incroceranno quelli dei due fratelli veneratissimi in tutto il mondo e speriamo che tanti fratelli di sangue e di fede possano tornare a parlarsi.
Le nostre radici sono motivo d’identità, aggregazione e festa. Anche le feste hanno il loro valore sociologo, antropologico e nel caso dei santi medici terapeutico. Buona Festa a tutti insieme a quella di San Pio devotissimo a loro e anch’egli Santo curatore e fondatore della Casa Sollievo e della Sofferenza.
Tiziano Izzo