Scuola e terremoto: se la Prefettura se ne lava le mani
La giornata di ieri è stata caratterizzata da uno sciame sismico che ha colpito gran parte della provincia di Benevento e dunque anche i paesi caudini.
Scosse che non hanno mai superato magnitudo di tre e che, secondo gli esperti interpellati dai giornali, non avrebbero potuto creare danni. Semmai un po’ di paura.
Scuole
Non solo. Gli esperti hanno tenuto a ribadire un concetto sacrosanto ma che in Italia sembra la conquista della luna: bisogna fare prevenzione.
Prevenire, in gran parte dei casi, significa soprattutto avere scuole sicure. E su questo è chiaro che si è tutti d’accordo.
Nel tardo pomeriggio di ieri, arriva il colpo di genio della Prefettura di Benevento. Con una nota indirizzata ai tutti i sindaci della Provincia, la rappresentanza del governo ha invitato i primi cittadini a verificare eventuali danni nelle scuole.
“Lavarsi le mani”
Sia chiaro: la Prefettura non ha stabilito di chiudere la scuole. Se ne è lavata le mani, delegando ai sindaci l’incombenza.
Come se i sindaci facessero i controlli senza essere sollecitati dal palazzo del Governo di Benevento.
Che senso ha invitare i primi cittadini a fare i controlli e non disporre la chiusura delle scuole? Nessun senso, solo un burocratese “lavarsi le mani”.
Già li immaginiamo i solerti funzionari: “Noi avevamo avvertito i sindaci”.
Ora, non tocca al Caudino difendere gli amministratori locali. Ma ci sembra davvero ingiusto lasciare il cerino in mano a chi è stato eletto nei palazzi municipali.
Se fossimo stati noi, avremmo chiuso le scuole fino a che il Governo non avesse inviato i fondi per metterle al sicuro.
Avremmo detto al prefetto: Noi chiudiamo, aprile tu. E se ci riesci mettile al sicuro.
Che Stato è quello che delega all’anello più debole della catena decisioni importanti? Capiamo i sindaci che hanno chiuso le scuole oggi. Capiamo anche i dubbi di chi le ha lasciate aperte. Non comprendiamo, invece, un governo che delega sulle responsabilità.