Sequestrati 8 quintali di carne avariata
Sequestrati 8 quintali di carne avariata. Ammonta in tutto a 8 quintali la carne avariata sequestrata dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Como nei giorni scorsi.
Oltre alla carne sotto sequestro anche 10mila prodotti tra materiali e oggetti a contatto con gli alimenti, come utensili e contenitori, e due quintali di altra merce alimentare senza le dovute indicazioni di origine e provenienza.
La carne conservata su pavimenti sporchi
Nel mirino delle Fiamme gialle sono finiti due negozi, uno di Como e uno di Cantù. I titolari sono segnalati ad Ats Insubria e dovranno pagare le previste sanzioni amministrative che oscillano da un minimo di 5mila a un massimo di 40mila euro.
Nel dettaglio, in uno dei due negozi i “Baschi verdi” hanno trovato numerose irregolarità nella conservazione della carne. Era accatastata su superfici non idonee come pareti e pavimenti sporchi e confezionate all’interno di non idonee buste in plastica, prive dei requisiti igienico-sanitari.
Nel negozio – il cui titolare è un uomo di origine pakistana – sono trovate spezie, frutta secca e bevande analcoliche prive delle informazioni obbligatorie relative alle indicazioni di origine e provenienza come invece prevede la legge.
Multe anche dalla Camera di commercio
Così scatteranno le multe di Ats. I commercianti sono segnalati anche alla Camera di commercio di Como-Lecco che potrebbe applicare ulteriori sanzioni che vanno da un minimo di 516 euro a un massimo di 25.823 euro.
I sequestri rientrano in una più ampia attività che vede coinvolti i militari della Guardia di finanza su tutto il territorio e che spesso porta alla luce vere e proprie truffe, soprattutto nel campo della alimentazione.
Bimba uccisa: gip, è stato un gesto premeditato
Avrebbe ucciso la figlia con “premeditazione”, Patrizia C, la 41enne ora in carcere a San Vittore con l’accusa di omicidio aggravato per aver soffocato la sua bimba di appena due anni per “colpire” il marito, padre della piccola, deciso a interrompere la relazione.
Lo scrive il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi, nel provvedimento con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere nei confronti della donna.
Il giudice, che al momento suggerisce questa seconda aggravante al pm di Pavia Roberto Valli; al quale ha trasmesso gli atti; ritiene la sussistenza delle esigenze cautelari, soprattutto “un grave e concreto pericolo di reiterazione di fatti analoghi (…)
E comunque altri gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale”. E a questo proposito il gip sottolinea che “tale pericolo è desumibile dalla premeditazione della condotta; dallo svolgimento dell’attività delittuosa, dal comportamento dell’indagata antecedente ai fatti.
In quelle circostanze dichiarava il proprio proposito (…) di rivalsa” in quanto non accettava la separazione. A ciò si aggiunge la “particolare vulnerabilità” della figlioletta “priva di qualsiasi strumento di difesa”; e il fatto che la donna “è madre di altri due figli”.
Nell’ordinanza non si riconosce alla 41enne “una condizione di infermità mentale tale da escludere; o da far ritenere grandemente scemata la capacità di intendere e volere”.