Servizi sociali, Vittorio: La Regione fermi questo scempio

Il Caudino
Servizi sociali, Vittorio: La Regione fermi questo scempio

Sulla questione del piano sociale di zona interviene il vice sindaco di Rotondi, Claudio Vittorio:

“Prosegue l’annosa vicenda legata alla gestione dei Servizi Sociali in provincia di Avellino e, malgrado si avvicinino paurosamente scadenze importanti per i destini delle politiche sociali che coinvolgono la città capoluogo ed i quindici comuni dell’ex Ambito Territoriale Sociale A4 (Altavilla Irpina, Capriglia Irpina, Cervinara, Chianche, Grottolella, Montefredane, Petruro Irpino, Pietrastornina, Prata di P. U., Pratola Serra, Roccabascerana, Rotondi, San Martino V. C., Torrioni e Tufo), siamo ancora oggi impegnati in una vera e propria lotta per tentare di far ripartire i servizi bloccati ormai dal dicembre del 2013.
L’amministrazione comunale di Rotondi condivide le preoccupazioni del sindaco Antonio Russo, che direttamente si occupa delle politiche sociali, per il protrarsi di una gestione approssimativa, improvvisata e, in definitiva, fallimentare.
La storia, partita da lontano, dopo la delibera di Giunta Regionale n. 320 del 03 luglio 2012, con la quale la Regione Campania ha posto in essere la “modifica degli ambiti territoriali sociali e dei distretti sanitari”, prosegue la sua illogica corsa verso una gestione programmatoria sempre più autoreferente e superficiale, allontanandosi sempre più dallo scopo primario di “ottimizzare l’azione rivolta alla comprensione del bisogno complessivo del cittadino e all’adozione di soluzioni che rispondano alle attese vere della persona bisognosa di cura”.
Dopo innumerevoli incontri con l’assessore precedente, al quale lamentiamo più volte, inutilmente, sia la mancanza di informazioni sia la mancanza di confronto sia l’incompetenza con cui si affrontano la programmazione dei servizi in questione, basiti, assistiamo al clamoroso e crepitante addio dell’assessore con tanto di accuse alla gestione dei servizi sociali del comune capofila. Non erano molto diverse dalle critiche più volte ribadite allo stesso assessore e al sindaco Foti da alcuni Comuni dell’Ambito. Anzi.
Oggi è cambiato l’assessore ma, purtroppo, a prescindere dalle sue buone intenzioni, la musica non cambia.
Si continua a voler gestire l’Ambito Territoriale Sociale come un qualsiasi ufficio comunale, considerando le altre Amministrazioni orpelli da chiamare solo per alzare il dito. A questo noi diciamo fermamente e convintamente “no!”. Siamo stanchi di giochetti di bottega a danno dei cittadini più deboli e bisognosi che aspettano, invece, ormai da due anni, l’attivazione dei servizi programmati. E’ necessario che questo disastro cessi prima possibile e si affrontino con la necessaria competenza le incombenze della programmazione. Ed è per questo che siamo preoccupati.
Siamo fortemente preoccupati, perché il 31 dicembre 2015 scade il triennio di programmazione sociale, i servizi sociali programmati (assistenza domiciliare a favore delle persone anziane e diversamente abili, centri per persone diversamente abili, trasporto sociale, contributi alle persone povere, servizi territoriali, servizi domiciliari di sostegno alla famiglia ed ai minori, gruppi di auto-aiuto) della prima annualità (2013) e della seconda annualità (2014) e, ad oggi, non sono ancora partiti; perché a distanza di anni, il Comune di Avellino ancora non riesce ad erogare i servizi programmati nel Piano Sociale di Zona pur avendo disponibilità di milioni di euro.  La medesima cosa succede per la programmazione dei fondi PAC (Piano di Azione e Coesione) area anziani e infanzia per i quali l’Ambito ha a disposizione, per la prima (2013) e seconda annualità (2014), circa 3.000.000€.
Inoltre, alcuni Servizi sono ripresi, e, contrariamente agli accordi presi in Prefettura, senza il personale che per oltre un decennio si è occupato dell’utenza. La questione che – è bene ricordarlo – nei mesi passati è più volte ritornata agli onori delle cronache per le numerose proteste degli “ex operatori”. Insomma, dopo le innumerevoli promesse fatte dal Sindaco di Avellino, Paolo Foti, circa il naturale riassorbimento degli ex collaboratori del Consorzio A4, il nucleo degli “ex operatori”, personale qualificato e di notevole esperienza nel settore, a tutt’oggi, è fuori. E non capiamo, dopo il polverone sollevato da più parti, perché i Sindacati non hanno preso e non prendono posizione in merito alla vicenda? Che fine hanno fatto?  Per parte nostra condividiamo e continueremo a sostenere l’assunto che “il diritto al benessere sociale, che si materializza attraverso il lavoro di persone specializzate e la garanzia dei servizi necessari e qualitativamente significativi, rappresenta una conquista di civiltà, che va difesa e rafforzata”.
E poi, per citarne solo un’altra, ai sensi dell’art. 8.2, del Regolamento dell’Ufficio di Piano, “il Coordinatore predispone il prospetto economico-finanziario relativo alle attività dell’associazione dei Comuni … nonché la redazione del rendiconto dell’associazione dei Comuni e la relazione illustrativa delle risorse impiegate e dei risultati conseguiti”. Ad oggi, nessuna relazione e nessun rendiconto è stato mai inviato ai Comuni dell’ATS.
Il Consorzio dei Servizi Sociali Ambito A4 ( “raccogliendo concretamente la sollecitazione a fare sul serio, anche dal punto di vista organizzativo, ha scelto una soluzione più stabile e più forte:  il consorzio”) che aveva maturato al suo interno un’esperienza tale da risultare negli anni più volte un’eccellenza, è stato messo in liquidazione per favorire l’adozione di una Convenzione ex art. 30 TUEL con Avellino comune capofila, che di fatto, in due anni, si è dimostrato incapace di erogare servizi al cittadino e ha permesso che un intero sistema, che funzionava benissimo, andasse in malora. Avellino non è in grado di svolgere il ruolo di Ente capofila di un Ambito di 100.000 abitanti e ciò a prescindere dall’Assessore ai Servizi Sociali in carica. Per funzionare l’Ambito ha bisogno di regole e programmazioni condivise, di rispetto di tutti gli Enti coinvolti e quindi di tutti i cittadini, di trasparenza e professionalità. Tutti requisiti che mancano all’ATS A04.
Lo scorso mese di luglio 12 Sindaci dell’Ambito furono ricevuti dal Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosetta D’Amelio, che recepì la richiesta dei Comuni di dividere l’ex Ambito A04 dal comune di Avellino. Non si può aspettare oltre!
La Regione Campania fermi questo scempio: l’ambito 04 deve essere al più presto separato dalla città di Avellino!”