Si costituisce a Rebibbia Denis Verdini
Si costituisce a Rebibbia Denis Verdini. “Quando e se verrà il momento di un’eventuale carcerazione, lo affronterò. Dove volete che vada…”.
Così l’estate scorsa Denis Verdini, ex plenipotenziario di Forza Italia, non si nascondeva la possibilità di dover finire in un penitenziario rilasciando confidenze a persone fidate.
Carcere
“Era un argomento antipatico di cui parlare – ricorda una fonte, per anni vicino all’ex senatore di Fi poi di Ala – ma da tempo si stava informando sulle conseguenze di una condanna”.
Quel momento ora è arrivato, con la sentenza della Corte di Cassazione sul processo per la bancarotta dell’ex Credito cooperativo fiorentino (Ccf), la banca di cui Denis Verdini è stato presidente per 20 anni, dal 1990 al 2010, anno del crac e della deflagrazione dell’inchiesta dei pm di Firenze.
Si costituisce a Rebibbia Denis Verdini
Stasera Verdini si è costituito al carcere di Rebibbia, assistito dal suo avvocato Franco Coppi. Un figlio lo ha accompagnato fino al cancello.
Con un po’ di sconto per la prescrizione di alcune truffe allo Stato, legate ai fondi all’editoria, il riconteggio della Suprema Corte infligge a Verdini una pena di 6 anni e 6 mesi.
E siccome compirà 70 anni nella primavera del 2021 e non ha problemi di salute, ora deve andare in carcere. Semmai, al prossimo compleanno i suoi legali valuteranno la richiesta di una detenzione domiciliare.
Ex banchiere
Si consuma così la parabola dell’ex banchiere, politico influente, imprenditore, editore. Verdini ha aspettato a Roma la sentenza.
La Capitale è divenuta luogo dove vive prevalentemente la famiglia e dove lui negli ultimi anni ha puntato il centro delle sue relazioni. Col suo difensore Franco Coppi, ha deciso di costituirsi e non aspettare l’ordine di carcerazione.
La condanna sembra una doccia fredda dato che lunedì il pg Pasquale Fimiani, formulando l’accusa, lasciava pensare a un appello-bis. Così non è stato.
Coppi
“L’onorevole Denis Verdini non attenderà alcun provvedimento, affronterà la situazione e si costituirà in carcere – ha detto il professor Coppi dopo la sentenza – Gli ho comunicato l’esito e non possiamo nascondere l’amarezza per la decisione che arriva dopo che il pg aveva chiesto un nuovo processo”.
Condanna
La condanna definitiva chiude una vicenda che trovò nel 1990 l’anno di svolta con la scalata del laico Denis Verdini – commercialista che durante gli studi a Scienze politiche si ritrovò a frequentare la cerchia di Giovanni Spadolini e del Pri fiorentino -, alla presidenza della ‘banchina’ di Campi Bisenzio, una delle centinaia di casse rurali ed artigiane, le ‘banche dei preti’ sorte agli inizi del ‘900 per sostenere il credito ai ceti tenuti ai margini dell’economia e della società italiana.
Nella sua lunga presidenza per anni Verdini governò la banca sulla cresta dell’onda giocando sull’espansione edilizia (case e negozi) nella Piana fiorentina, sviluppo favorito dall’urbanistica delle giunte rosse.
Carriera
Verdini – come ha raccontato lui stesso nei processi – spinse sul mondo delle costruzioni, quindi sui mutui casa ai privati e i prestiti al commercio che si ampliava nelle periferie recependo i fiorentini in uscita dal capoluogo, alla ricerca di abitazioni a buon mercato.
Ciò, fino alle operazioni spregiudicate degli anni 2000, tradite dal declino economico e da condotte penalmente rilevanti di numerosi imputati.
Condotte tali da determinare un crac stimato in 100 milioni di euro, in prevalenza finiti nel gorgo di società dell’amico costruttore Riccardo Fusi. La posizione di Fusi è adesso stralciata in Cassazione per impedimento del difensore (causa Covid).
Per il suo socio Roberto Bartolomei, 72 anni, la condanna è confermata e, al netto dell’età, è ugualmente previsto il carcere.
(Ansa)
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