Si vota il 23 e il 24 novembre, schiaffo alle vittime del terremoto del 1980
Si è profanata la memoria

Si vota il 23 e il 24 novembre, schiaffo alle vittime del terremoto del 1980. Suona come uno schiaffo per le quasi tremila vittime, ai diecimila feriti e ai trecentomila sfollati. Fissare nella stessa data del terremoto del 1980, ossia, il 23 novembre la data delle elezioni regionali è qualcosa che la dice lunga sul valore della memoria e del ricordo.
Eppure, le elezioni per il rinnovo del presidente della Giunta e del Consiglio regionale della Campania si terranno il 23 e 24 novembre.
Il presidente uscente Vincenzo De Luca doveva decidere entro le 12 di oggi se si sarebbe votato il 16 e 17 novembre oppure nella settimana successiva, scelta appunto per il voto. Una settimana non avrebbe voluto dire niente per uno che ha governato la regione Campania per ben dieci, ma De Luca ha scelto così.
Si resta rammaricati perché si è persa una buona occasione per mostrare una politica attenta al dolore ma, oramai, sembriamo destinati a questa deriva che tra nel guado tra populismo ed autoritarismo. E’ come un pendolo che continua ad oscillare da una parte e dell’altra.
Una politica che continua a cercare di trasformarci da cittadini a sudditi, da persone giudiziose a tifosi senza limiti. Una politica sorda verso l’interesse comune e i diritti dei singoli. Una politica che sfregia una data simbolo per la provincia di Avellino e per l’Italia intera.
Bisognerebbe ricordare che fu proprio tra le migliaia di morti dell’Irpinia e tra le macerie di paesi rasi al suolo che nacque nel nostro paese il concetto di Protezione Civile. Ora quel giorno che cade proprio di domenica, come 45 anni fa, andremo a votare.
Forse ci sarà anche qualcuno che protesterà ma De Luca non tornerà certo indietro. Lui si vanta di questo passo da carrarmato, un passo che da un calcio anche alla memoria e al lutto.