Superstizione e gioco: un legame antico
Superstizione e gioco: un legame antico. Quante sono le dicerie e le credenze legate al gioco? Al tavolo verde è possibile incontrare giocatore con fissazioni di tutti i tipi. C’è chi non vuole toccare le carte prima di riceverle, chi non incrocia le braccia, chi rimane imperterrito a fissare la pallina della roulette o i dadi finché non rivelano il risultato finale.
C’è persino chi lascia accese le luci di casa prima di uscire per recarsi in una sala o chi sceglie di indossare determinati indumenti sperando che portino fortuna. Già, la buona e la cattiva sorte sono alla base delle superstizioni che permeano l’ambiente del gioco e dei casinò, ma non bisogna dimenticare che in molti casi servono anche specifiche capacità per farla franca e ottenere successo.
Come intuibile, nei giochi ad estrazione quali bingo e roulette c’è poco da fare: i partecipanti possono scegliere quante cartelle acquistare o quali combinazioni di numeri indicare, ma alla fin fine è il destino che decide per loro.
Anche per questo motivo sono state tramandate vere e proprie leggende metropolitane legate alla numerologia e che aiutano i giocatori a sentirsi più o meno tranquilli. Come noto, il 17 è un numero fortemente associato alla sfortuna, in quanto l’anagramma della sua trascrizione latina, “XVII”, diventa il verbo “vixi”, cioè “ho vissuto”, quindi “sono morto”.
Il 13, invece, porterebbe male per via del legame con l’Ultima Cena: 13 i partecipanti al banchetto che precedette la morte di Gesù. Il 13 vedrebbe aumentare il suo potenziale nefasto quando correlato al giorno del venerdì: la fine dei Templari si verificò il 13 ottobre 1307 ed era proprio un venerdì.
La paura nei confronti dei numeri assume anche delle denominazioni in ambito psicologico. Ad esempio, la triscaidecafobia è la paura del 13, ma non per tutti questo numero porta sfortuna.
Nel Sol Levante il venerdì 13 è considerato un giorno propizio, mentre i più ossessionati al riguardo sono gli statunitensi che non andrebbero nemmeno a lavorare in quel preciso giorno. Perché, allora, tante superstizioni non dovrebbero riversarsi anche sul gioco, se già il quotidiano di molte persone sembra seriamente condizionato da queste credenze?
Insomma, è evidente che il legame con la superstizione affonda le proprie radici nell’antichità. Anche se oggi il gioco si è digitalizzato, le usanze sono rimaste le stesse. Anche di fronte a un touchscreen c’è chi compie qualche piccolo rito per sperare nella fortuna.
Le offerte contenutistiche virtuali sono più dispersive di quelle dal vivo, basta consultare un elenco di slot online per rendersene conto. Di conseguenza, le possibilità che le superstizioni interessino anche il gioco praticato sulla rete sono forse anche maggiori delle probabilità che un giocatore fisicamente seduto al tavolo si affidi a qualche gesto scaramantico.
Chiaramente, la credenza fa parte di un aspetto collaterale, non è un elemento riconducibile necessariamente al gioco. Sono le proprie fobie ad essere piuttosto applicate su quest’ultimo. In buona sostanza, chi ha paura del 17 lo teme anche in altri contesti e non solo se gioca alla roulette.
Il caso è imprevedibile, ma in alcuni giochi più monotoni bisogna riconoscere che la presenza del fattore psicologico e a tratti folkloristico contribuisce a rendere l’atmosfera più divertente.