Tecnologia ricondizionata in espansione, sì all’economia circolare
Anche la tecnologia si affaccia con decisione all’economia circolare e lo fa attraverso i dispositivi ricondizionati. Cellulari, smartphone, tablet, pc e quant’altro sono i protagonisti di questo nuovo fenomeno che, pare, piace molto sia ai consumatori, che alle aziende. Ma andiamo con ordine.
Così come si legge sul blog di Ninja Marketing, secondo i dati di TrenDevice, una delle aziende specializzate nel settore della rigenerazione, dal 2013 ad oggi sono oltre 50mila i dispositivi elettronici ricondizionati e rimessi sul mercato, in particolar modo smartphone. Non è un caso, dunque, che il report “Worldwide Used Smartphone Forecast 2016–2020” rilasciato da IDC preveda per il futuro un incremento sostanzioso del mercato degli smartphone rigenerati, che passerà dagli attuali 81,3 milioni di dispositivi calcolati nel 2015 a 222,6 milioni nel 2020.
In termini di sostenibilità, la riemissione sul mercato di dispositivi refurbished riduce la produzione di CO2, l’utilizzo dell’energia impiegata nella produzione, nonché la quantità di rifiuti non smaltibili. Nello specifico, se prendiamo in considerazione il comparto degli smartphone, si può notare come anche la sola produzione di tali prodotti elettronici abbia un peso importante sulle emissioni. Secondo uno studio dell’Università californiana McMaster, dal 2010 al 2020 si è passati da 17 milioni di tonnellate di CO2 a 125 milioni, con un aumento del 730%. C’è da precisare, però, che solo un 10-15% è causato dall’utilizzo di questi dispositivi, mentre la restante percentuale è dovuta al loro processo di produzione.
Va da sé, dunque, che gli smartphone e altri prodotti ricondizionati possano contribuire in maniera decisiva all’abbassamento delle emissioni, in più alimentando la positività di un modello economico come quello circolare che piace ed è apprezzato anche dagli italiani.
Infatti, secondo una recente ricerca di ING Italia, la banca digitale olandese in prima linea nel sostegno dell’eco-sostenibilità, gli italiani sono particolarmente sensibili alle questioni ambientali e avallano, in particolar modo, l’economia circolare come volano di crescita economica sostenibile e attenta all’ambiente. In tal senso, ben il 74% dei consumatori italiani è deciso ad adottare il modello di economia circolare puntando alle tre R, ovvero riduzione dei rifiuti, riciclo e riutilizzo, anche se ciò potrebbe provocare una crescita più lenta per il PIL del Paese, una scontata conseguenza che però viene compensata da una maggiore livello di protezione dell’ambiente sul lungo periodo.
In quest’ottica si può comprendere bene come e per quale motivo piacciano i dispositivi ricondizionati, proprio perché rappresentano un modo intelligente di fruire di determinati prodotti, inquinando meno, ma anche risparmiando.
Secondo i grandi brand che hanno attuato un canale di vendita di dispositivi elettronici rigenerati, pare che ben l’80% dei clienti si dica particolarmente soddisfatto della propria esperienza e pensa di riacquistare altro, magari anche orientandosi verso un prodotto diverso. Di certo, questo 80% si pone in maniera positiva anche nel passaparola, consigliando ad altri l’acquisto e alimentando così un interessante circolo virtuoso.