Tenta di uccidere la compagna e poi si impicca

Redazione
Tenta di uccidere la compagna e poi si impicca
Tenta di uccidere la compagna e poi si impicca

Tenta di uccidere la compagna e poi si impicca. Tenta di uccidere la compagna e muore impiccandosi. È ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Sassari la donna di 41 anni aggredita ferocemente dal compagno.

Compagno che dopo aver provato a ucciderla si è tolto la vita impiccandosi. Giunta al pronto soccorso con numerose ferite alla testa e alla schiena inferte probabilmente con un’arma da taglio, è ricoverata nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari: la prognosi resta riservata.

L’uomo l’ha colpita più volte e poi si è suicidato

Teatro della tragedia il piccolo comune di Sennori dove sono intervenuti i carabinieri della compagnia locale subito dopo la chiamata del 118. A chiamare i soccorritori sarebbe stata la donna subito dopo l’aggressione del compagno.

Quando i militari hanno raggiunto la casa dove i due vivono hanno trovato la 41enne con numerose ferite al corpo e al volto, poco distante il corpo senza vita del compagno che dopo l’aggressione si è suicidato impiccandosi.

Il corpo del compagno trovato senza vita nell’appartamento

Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Porto Torres coadiuvati dal reparto operativo del comando provinciale di Sassari: fondamentale in questo senso sarà la testimonianza  della compagna.

Secondo una prima sommaria analisi medica, però, le ferite riportate dalla donna sarebbero compatibili con dei colpi di arma da taglio. Quindi con molta probabilità sono usati un coltello o delle forbici.

Ucciso in agguato nel Nuorese: il parroco invoca il perdono

“In questo triste giorno l’impegno della comunità dev’essere di vivere appieno i valori della fede in modo che certi fatti non si ripetano più. Bisogna mettere la misericordia prima dell’odio e il perdono prima della vendetta”.

Così il parroco don Maurizio Demartis alla comunità di Noragugume, dal pulpito della chiesa di San Giacomo, nell’omelia funebre che ha dato l’estremo saluto a Luigi Cherchi, l’allevatore di 67 anni ucciso giovedì scorso nell’azienda di famiglia nella piana di Ottana.

“Siamo operatori di pace, pratichiamo la giustizia, un mondo di amore è possibile e dobbiamo crederci”, ha aggiunto il sacerdote in una chiesa gremita di fedeli, molti costretti a restare all’esterno tra compaesani, amici e parenti della famiglia della vittima.