Tormento ed Estasi: l’artista rivelata

La rubrica settimanale di Serena Fierro oggi è veramentre particolare

Redazione
Tormento ed Estasi: l’artista rivelata

Tormento ed Estasi: l’artista rivelata. Questa settimana la rubrica di Serena Fierro, Tormento ed Estasi, si arricchisce di un altro, interessante tassello. L’autrice ci fa un regalo, che noi in redazione abbiamo molto, ma molto gradito.

Serena ci consegna  due sue opere che svelano il suo talento, talento da artista. Del resto con i suoi scritti ci guida in uno straordinario viaggio tra pittura e scultura. E solo una persona veramente innamorata dell’arte  la  può descrivere con tanta passione.

Oggi regala a Il Caudino e soprattutto ai suoi lettori, suoi proprio di Serena, L’Urlo e Anima Fragile. L’ Urlo è un disegno di 36 per 46 centimetri, realizzato su carta lucida con una matita 2HB e su carboncino.

Anima Fragile è una poesia ma essa stessa è un urlo. Un urlo di disperazione, forse, di aiuto che sembra non lasci posto alla speranza.

Non abbiamo i mezzi e la preparazione di Serena per entrare nel corpo vivo di queste due opere. La cosa certa è che traspare, chiaramente, il dolore. Un dolore che puoi toccare che ti invade e ti lascia senza fiato.

L’Urlo è questo, è un pugno nello stomaco e sembra quasi che quelle grida mute tutti le possano ascoltare come una sirena che continua a segnalarci una scogliera che non riusciamo ad evitare.

Di Anima Fragile abbiamo già detto che questi versi sembrano non lasciare spazio alla speranza. Eppure la speranza è qui, proprio davanti ai nostri occhi.

E’ la speranza di queste due opere che ammiriamo e leggiamo in silenzio e con il cuore in gola. La speranza ci viene da un’ artista rivelata Da una pittrice che ha ancora tanto da realizzare ed una poetessa che ha tanti versi da mettere in rima.

Siamo certi che Serena riuscirà ad andare oltre, a sanare la ferita dell’anima  per regalarci il suo particolare sguardo sul mondo. Noi facciamo il tifo per lei e siamo certi che non ci deluderà

Anima Fragile

Intenso e crudele.
È stato come se la vita e la morte,
per un attimo, si fossero scambiate i ruoli.
Mi sono lasciata arrendevolmente distruggere dal dolore,
che straziante mi ha imprigionata, stringendomi il petto coi suoi lunghi tentacoli mortali.
Ha posseduto i miei occhi, rendendomi tristemente cieca.
Ha sfiorato le mie labbra, privandomi inesorabilmente del sorriso.
Ha morso la mia pelle, lasciandovi crude cicatrici.
Ha divorato ogni cosa. Ogni parte di me.
Come l’apostolo di un Dio che non mi vuole,
e che superbamente mi ha gettata fra le lande desolate di questo misero inferno.
Come la nota distorta d’un pianoforte scordato,
esplosa nell’assordante silenzio interiore.
Come il rumore di un’anima,
all’incessante ricerca della sua luce.
Ho volato con ali di ghiaccio su un deserto di fuoco,
la cui sabbia rovente leviga i margini del tempo.
Ho respirato l’intima profondità di una lacrima,
tra le piaghe e le pieghe più recondite dell’io.
Ho varcato oscuri ed alieni baratri,
percorrendo strade valicate di gelide ombre,
sbiadite dai suoni ovattati d’un mondo lontano.
E il dolore,
il dolore continua a schiaffeggiare l’anima mia fragile,
inesorabilmente imprigionata in un’inestricabile torpedine di catene e di spine,
che dannatamente, ed eternamente, la tormentano.
E mi arrendo.
Mi arrendo alla dubbia ed ostentata saggezza di un mondo in cui forse non c’è posto per me.
Mi arrendo alla supina inadeguatezza,
senza l’inconsciente ottimismo della speranza.
Mi arrendo al pianto struggente più volte soffocato.
E al dolore folle, più volte affannosamente sopito.
Mi arrendo.
Mi arrendo a miracoli destinati a non accadere.
A domande destinate a non ricevere risposta.
A sogni destinati a non realizzarsi.
A strade destinate a non essere percorse.
Ad anime destinate a perdersi,
per poi mai più ritrovarsi.

Serena Fierro

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