Traffico di stupefacenti: Montesarchio snodo centrale per la rete di spacciatori
L’inchiesta della Dda, che ha portato all’arresto di 21 persone e allo smantellamento di una presunta associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, fa emergere uno spaccato quasi inedito della Valle Caudina. Dai documenti, infatti, emerge il ruolo centrale di Montesarchio quale snodo cruciale per la rete di spacciatori, sia verso il Sannio che il casertano e il napoletano.
Secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, Giovanni Colombo sarebbe il finanziatore e il promotore di una vera e propria rete di spaccio che aveva le proprie estensioni in mezza Campania. Non solo, insieme ad Antonio Minauro, sarebbe anche il punto di arrivo della rete di rifornimento degli stupefacenti; rete che passava dal Marocco alla Spagna fino alla Campania. Nell’inchiesta, poi, sono finite in manette anche Rosa Perone e Rosaria Colombo, rispettivamente moglie e figlia di Giovanni Colombo (tutti assistiti dall’avvocato Vittorio Fucci).
In base all’impianto accusatorio, il ruolo delle donne era quello di “ragioniere” del gruppo poiché avevano il controllo della struttura finanziaria della presunta associazione.