Unione dei Comuni: si cerca l’accordo finale

Il Caudino
Unione dei Comuni: si cerca l’accordo finale

Cervinara – Chi ha partecipato, tra lo scarso pubblico, al convegno sulla “Unione dei Comuni della  valle caudina” per farsi un’idea dell’operazione, deve essere rimasto deluso e non a torto, perché l’incontro si è ridotto a una passerella per sindaci e delegati, che si sono limitati a confermare la volontà di adesione al progetto, peraltro già manifestata in atti ufficiali e in altre circostanze. Così, tutti si sono ritrovati entusiasticamente concordi sulla necessità di accelerare al massimo i tempi di approvazione del relativo Statuto e tutti hanno intonato il peana dell’Unione, sicuri dei vantaggi che esso comporterà ai cittadini. A spargere ottimismo sul progetto ha cominciato il presidente Pellegrino Casale che, aprendo i lavori, ha indicato nel macrocomune e nei fondi europei gli strumenti per superare la crisi che attanaglia l’Ente e  l’economia della valle. Sullo stesso tono ha proseguito, poi, il sindaco di Airola Michele  Napoletano, che si è detto convinto di poter affidare all’Unione la risposta alla pressante domanda di lavoro, la tutela dell’ambiente e il rilancio della funzione della scuola pubblica. Non è stato diverso l’intervento del primo cittadino di Roccabascerana Saverio Russo, che si è compiaciuto per il finanziamento concesso dall’Unione europea per il  progetto di un canile intercomunale e ne ha tratto motivo di ottimismo per sollecitare l’adozione dello Statuto. A riportare il discorso nei suoi termini reali ci ha pensato l’ing. Roberto Formato, del gruppo di lavoro Associazione intercomunale del Formez, il quale ha rivelato che l’Unione  dei Comuni è già impegnata su due progetti, la cui convenienza si misura sui tre parametri canonici , che sono costo, efficienza ed investimenti. Poi, assumendo a riferimento il servizio di polizia locale a livello intercomunale, ha affermato che esso potrebbe comportare, nell’arco di un decennio, sui venti milioni di euro di spesa, un’economia di un milione, che potrebbe essere proficuamente destinato in altro settore, con evidente sensibile beneficio per i cittadini. Purtroppo, occorre rilevare che alla riduzione del costo di gestione non potrà corrispondere un aumento di efficienza del servizio, perché essa dovrebbe essere assicurata, stante il divieto tassativo di assunzione, dal medesimo personale, che nei singoli comuni è già abbondantemente insufficiente a svolgere le funzioni proprie d’istituto e si sa che le croniche carenze di organico non si possono colmare sommando insufficienze .L’altra nota dolente, ha rivelato Formato, arriva sul versante degli investimenti pubblici, che nell’ultimo decennio hanno subito una drastica riduzione, che si riproporrà anche nei prossimi anni. L’alternativa agli investimenti pubblici è rappresentata dal ricorso, per un verso, alle risorse private e, per l’altro, ai fondi europei. Su questi ultimi, però, ha precisato Formato, non è il caso di farsi illusioni, sia perché essi rappresentano appena l’1% del prodotto interno lordo, sia perché i finanziamenti europei privilegiano sempre le scelte politiche ed economiche del Governo nazionale. A completamento dell’analisi occorre aggiungere che l’Unione sarà costretta a fare i conti con la “resistenza amministrativa”della burocrazia comunale, ovviamente restia a perdere il proprio potere e pronta a ostacolare con ogni mezzo la nascita del nuovo soggetto istituzionale, destinato a stravolgere l’assetto politico – amministrativo e la stessa geografia della Valle. Con tali premesse, l’Unione dei Comuni prima e la Città caudina poi resta uno strumento valido per affrontare in un’ottica nuova e diversa i problemi della valle, ma nessuno deve illudersi che il passaggio alla gestione unificata faccia il miracolo di risolvere i problemi se non si creano le condizioni per risolverli. Nicola Servodio, l’unico estraneo intervenuto nel dibattito, ha osservato che l’assenza di strategia può pregiudicare la nascita dell’Unione, essendo preliminari a ogni norma statutaria le scelte politiche che si intendono fare nei settori strategici della comunità, dai trasporti alla scuola, dai servizi sociali alle strutture sportive.“Bisogna andare di corsa nell’approvazione dello Statuto” ha detto dal canto suo Filuccio Tangredi, che poi ha posto l’accento sulla necessità di individuare le linee di una razionale programma di sviluppo del territorio, senza le quali l’Unione rischia di rimanere invischiata nella rete delle preesistenze. Bisogna sapere, ha concluso il sindaco di Cervinara, quale sarà la sorte, una volta costituita l’Unione, della ventina di campi di calcio, dei due nuclei industriali e dei numerosi istituti scolastici disseminati in ogni angolo della valle. Claudio Vittorio si è dichiarato d’accordo con Tangredi ed ha proposto una verifica sulla reale unità di intenti per definire ruolo e funzioni che ciascun comune è chiamato a svolgere nella costituenda Unione. E’ questa la condizione, ha concluso il vice sindaco rotondese, per evitare che i comuni maggiori possano cedere alla tentazione di far man bassa di servizi e strutture a discapito dei municipi minori. A fugare timori di tal fatta ci ha pensato Franco Damiano, il quale ha individuato nella pianificazione strategica lo strumento per prevenire competizioni, che non hanno senso, e per stabilire cosa fare della valle caudina unificata, chi fa e cosa fa. Su tali argomenti bisogna ritornare in ulteriori e ravvicinati incontri, ha concluso il sindaco di Montesarchio.

Giuseppe Starace