Un’ombra sinistra sulla Valle Caudina, tutte le accuse della Dda per i 14 arrestati
Un’ombra sinistra sulla Valle Caudina, tutte le accuse della Dda per i 14 arrestati. Nella mattinata odierna, nelle province di Benevento, Avellino, Caserta e Catanzaro, i Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 14 soggetti.
Le accuse per i 14 indagati
I destinatari della misura cautelare sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, nonché estorsione, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente, detenzione e porto illegale di armi e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e del fine di agevolare l’associazione camorristica denominata clan PAGNOZZI, operante nei comuni di Montesarchio (BN), Moiano (BN), Airola (BN), Sant’Agata de Goti (BN), San Martino Valle Caudina (AV) e San Felice a Cancello (CE).
L’odierno provvedimento scaturisce da un’articolata indagine avviata nel 2018, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Montesarchio, che ha consentito di accertare la perdurante esistenza e operatività del citato sodalizio criminale, egemone nella Valle Caudina, delinearne l’attuale articolazione e individuarne i referenti preposti a ciascuna area territoriale di influenza.
Gli arrestati del 2020
Si fa presente, al riguardo, che le indagini svolte avevano già consentito l’emissione, in data 30.06.2020, da parte del Gip del Tribunale di Napoli dell’O.C.C. nr.33822/2018 RGNR e nr.09439 RGGIP – nr. 257/20 R.O.C., eseguita in data 13.07.2020, nei confronti di MORZILLO Pietrantonio, MASSARO Biagio, MASSARO Pasquale, MASSARO Alessandro, BUONO Francesco, BUONANNO Antonio, TRUOCCHIO Luca, ZAMPELLA Umberto, in relazione ad alcuni episodi estorsivi, compiuti nell’ambito dell’operatività del clan.
In relazione a tali imputazioni i suddetti imputati in data 10 maggio 2021 sono stati condannati in sede di giudizio abbreviato dal Tribunale di Napoli, Ufficio Gip sezione 27, sentenza modificata dalla Corte di Appello di Napoli IV Sezione Penale, solo quoad poenam in data 9 dicembre 2022
I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di acquisire ulteriori elementi di prova in merito all’esistenza di un’organizzazione criminale di natura camorristica di forte allarme sociale, attiva nel territorio Valle di Suessola e della Valle Caudina ed in particolare nei comuni di Moiano (BN), Montesarchio, San Martino Valle Caudina (AV) Sant’Agata de Goti, San Felice a Cancello che, nel tempo, ha subito trasformazioni dovute soprattutto a defezioni e scissioni tra le varie anime del direttorio dello storico clan.
Capillare controllo del territorio del clan
Dall’attività investigativa sono emersi, infatti, rilevanti elementi probatori circa il capillare controllo criminale del territorio realizzato dal clan PAGNOZZI, di cui è stata accertata la disponibilità di armi utilizzate per compiere richieste estorsive ai danni di imprenditori edili operanti nella provincia di Benevento, alcune delle quali anche mediante incendi e danneggiamenti.
Contestualmente, è stata documentata la gestione di “piazze” di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana (approvvigionate nell’hinterland napoletano) in vari comuni delle province di Benevento e Avellino, attraverso una precisa ripartizione di ruoli tra i sodali.
Condizonamento delle elezioni
L’indagine ha consentito anche di documentare un tentativo di condizionamento delle elezioni amministrative del Comune di Moiano svoltesi il 26 maggio 2019, mediante la presentazione di una lista elettorale e il compimento di atti intimidatori nei confronti di soggetti riferibili allo schieramento politico contrapposto, risultato comunque vincente.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.